(di Carlo De Nonno) – Non appesantirò questa recensione con notizie su Franco Morone, conosciutissimo dal popolo della chitarra acustica e ampiamente presente sul web. Chi scrive ha già dato testimonianza su queste pagine della ‘folgorazione’ ricevuta sulla via di Damasco del bellissimo CD realizzato con Raffaella Luna, Canti lontani nel tempo, dedicato alla tradizione popolare italiana. Ora mi ritrovo in mano questo gruppo di composizioni originali scritte ed eseguite (nel CD allegato, che non sempre ripete pedissequamente, come peraltro è accettabile per questo genere di musica che vive anche di ‘momenti’ inafferrabili, la musica notata su doppio rigo) da Morone. Composizioni che, come recita la prefazione, rappresentano i suoi brani storici rivisitati in nuove esecuzioni e versioni. Ed è l’occasione migliore per confrontarsi con l’aspetto compositivo dell’artista, aspetto che reputo interessante e significativo. Per me, curioso chitarrista classico, oltre tutto un viaggio quasi mozzafiato tra le accordature aperte, tutte dichiarate e commentate nelle varie note introduttive.
Si parte con “Street Play” (in accordatura standard con la sesta in Re: oddio quanto sono ‘classico’!) dove predomina l’aspetto ritmico e la ricerca della sonorità, un brano libero proprio come un gioco di strada. Segue “Celtic Dog Blues” in EADEAD, ipnotica e ossessiva, la cui esecuzione, come dichiarato dallo stesso autore, è quella maggiormente variata rispetto allo spartito. Segue, sempre nella stessa accordatura, “Nigth Drivers”, nella sua relativa semplicità forse una delle vette della pubblicazione: notevole la cellula germinale del ritmo, che sfrutta sapientemente la possibilità di ribattere la nota Mi sul primo rigo tra terza corda a vuoto e quarta corda pigiata al secondo tasto, uno di quegli ‘effetti’ delle scordature che non restano fini a se stessi ma entrano a pieno titolo nel progetto compositivo. Ancora in EADEAD il “Voyage de Giselle”, sognante e curioso come gli occhi di bimba a cui è dedicato. Cambio repentino di paesaggi e sonorità con “Mex Passage” (in DADF#AD) dove si respira aria messicana in uno scorrere quasi ininterrotto di semicrome. Poi “Expectations from a Gentle Plant”, in EADEAE, dove la vera difficoltà, affascinante, risiede nella corretta resa del disegno dei bassi, colonna portante dagli equilibri spesso spostati da sincopi belle e traditrici. Poi “Consuelo” (torniamo in EADEAD) dal tema fascinoso e ammaliante come la bella eponima che fa parlare di sé gli uomini di tutto un paese. Viaggia invece col vento nella marmitta una “Windcar Walking” ‘scordata’ (si fa per dire) al cubo (12 corde in accordatura standard con sesta in Re, il tutto abbassato di un tono e mezzo…), un caleidoscopio di ritmo e lanci melodici che sfugge da tutte le parti ma che è un altro dei punti culminanti della pubblicazione. Chiudono il fascicolo e il CD “Lautari”, interessante esempio di ritmo in tre con basso alternato (accordatura DADFAD), e la riflessiva “After the Run” nella inusuale accordatura DADGGD. In quasi tutte le composizioni è previsto l’uso del capotasto mobile.
Franco Morone si conferma compositore e chitarrista di grande talento, che riesce ad evitare il rischio in cui cadono molti compositori-chitarristi, quello di veicolare lo stile attraverso l’idea compositiva. In lui è l’idea compositiva che veicola lo stile, proprio come… lo dico, non lo dico? Lo dico: come in Villa-Lobos o nell’ultimo stupefacente Renbourn!
Carlo de Nonno