Un piccolo capolavoro per il rocker bostoniano che, ultimamente, pare proprio deciso a scrollarsi di dosso il muro di Marshall che lo accompagna fin dal suo esordio con i Dinosaur Jr. Smessi quindi i panni (trasandati) del grunge incazzato, Mascis si rivela un songwriter raffinato, capace di creare melodie coinvolgenti, incastonate su arrangiamenti di chitarra efficaci quanto minimali. Viene istintivo avvicinarlo al primo Neil Young, sia per la capacità di scrittura quanto per l’amore per le acustiche, Martin e Gibson, con almeno mezzo secolo di vita e di musica alle spalle. Bellissimi i suoni, eccezionali le interpretazioni. Uno dei dischi migliori dell’anno scorso, passato un po’ in sordina, ma che può dare delle belle soddisfazioni.
Mario Giovannini