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Mutignano Lutherie FestivalMutignano Lutherie Festival

di Stefano di Matteo – Se ti guardi attorno, sei in un borgo molto antico e caratteristico che, lungo la sua via principale, offre delle aperture a scorci di un magnifico belvedere. Mutignano è una frazione di Pineto, in provincia di Teramo, a sei chilometri dal mare. Siamo andati alla scoperta del Mutignano Lutherie Festival e abbiamo deciso di portarvi con noi, partendo proprio dalle sensazioni che questo luogo ci ha regalato. Questo aspetto del territorio non è affatto secondario, tanto è vero che il festival si snoda tra le viuzze del paese e mette, l’uno accanto all’altro, materiale musicale ed enogastronomia. Gli stand, ben 43, si susseguono all’interno di botteghe o sulla strada, in un percorso che parte da Piazza Risorgimento per terminare in Piazza San Silvestro.

Nel corso dei quattro giorni di mostra, dal 19 al 22 di luglio, i due spazi hanno ospitato rispettivamente i concerti di chitarristi fingerstyle e artisti rockabilly. Chiacchierando con Michele Giorgione, direttore artistico e mente creativa di questa mostra, è emerso l’intento di tenere l’appuntamento fisso del fingerstyle e di affiancargliene, edizione per edizione, un altro collaterale, ma comunque di notevole importanza. Quest’anno, come si diceva, è stata la volta del rockabilly e di esponenti di spicco del genere come Marco Di Maggio. Per quanto riguarda invece la chitarra acustica, Michele ha prediletto anche qui la strada della valorizzazione territoriale, invitando chitarristi abruzzesi di spessore ed esperienza: Frank J. Finger, Andrea Castelfranato, Stefano Barbati e Lorenzo Piccioni. I concerti serali si sono alternati tra le due piazze, dando così modo ai visitatori di spostarsi lungo questi due punti cardinali. Noi abbiamo seguito quello di Stefano Barbati che ha presentato un set di circa un’ora, in cui ha suonato brani tratti soprattutto dal suo ultimo disco omaggio a Jimi Hendrix, Acoustic Ladyland. Tra i brani di Hendrix c’è stato spazio anche per qualche inedito di nuova composizione, e i brani presenti nei primi due dischi. Stefano ha prevalentemente usato la sua Lakewood su cui ha suonato, grazie alla loop station, anche delle parti di bouzouki.
Prima dei concerti, si sono svolti i seminari all’interno di un’antica chiesa, ormai sconsacrata, adibita ad auditorium. I temi trattati sono stati: “Il mondo degli ottoni” a cura della Baroque Works; “Tecnica della strumentazione da palco” a cura di Personal Sound; e “Dai legni all’hardware per la scelta di uno strumento solidbody” a cura di Voodoo Guitars. Anche qui, parlando sempre con il simpaticissimo Michele, è venuta fuori un’altra linea guida della mostra: l’apertura ad ambiti che non siano strettamente liuteristici, ma che comunque abbiano a che fare con la costruzione di strumenti musicali e affini. C’erano infatti costruttori di batterie, effetti e plettri, oltre a liutai e importatori di strumenti di liuteria da tutta Italia.
Sarebbe difficile illustrarveli tutti, per cui partiamo prendendone uno tra le ‘nuove proposte’ e un altro tra i più navigati. Abbiamo ad esempio provato le chitarre di Noemi Schembri, ragazza che è riuscita già ad ottenere un suono maturo e particolare, creando degli strumenti molto equilibrati e di un’ottima suonabilità. Le sue chitarre sia classiche che acustiche presentano, seguendo una tendenza che va sempre per la maggiore, oltre la buca frontale quella sulla fascia laterale superiore. Tra quelli più maturi e versatili del settore abbiamo trovato invece Luciano Buscarini, che ha presentato numerose chitarre acustiche, archtop e harp guitar. Un modello di quest’ultima è stata presentata in concerto da Lorenzo Piccioni. Si tratta di uno strumento con fasce e fondo in mogano khaya, tavola armonica in abete europeo e manico in mogano con inserti in wenge. Questa harp guitar monta, oltre alle sei standard, quattro bordoni. Tra i vari accessori, rigorosamente artigianali, c’è stata una ricca esposizione di plettri della Essetipicks di Steve Tommasi. Ce n’erano di ogni forma e materiale, da quelli ricavati da materie prime in prevalenza di origine naturale, a quelli molto tecnologici in fibra sintetica kevlar. Per non smentire l’estrema varietà delle proposte, abbiamo anche trovato la Flesswood, che produce accessori in cuoio con incollato ‘vero’ legno flessibile. Si tratta di un trattamento applicabile a ogni tipo di legno in commercio, che rende il materiale lavabile e cucibile, e quindi consono a svariati utilizzi: dalla tracolla della chitarra a cinte e abbigliamento in genere.
Michele, con la sua passione, ci ha offerto un modo sicuramente già sperimentato, ma in questo periodo di sicuro funzionale, di presentare un evento che non costi una cifra esagerata, e che punti anche sulle eccellenze del territorio. Con l’ottima cornice della buona tavola e dell’aria buona, le opere di liuteria e i concerti hanno tutto da guadagnare. Facciamo un grosso in bocca al lupo a Michele Giorgione e a tutto il suo staff, sperando nella crescita di questa manifestazione che, alla sua seconda edizione, dimostra già un suo forte carattere.


Chitarra Acustica, 9/2012, p. 5di Stefano di Matteo – Se ti guardi attorno, sei in un borgo molto antico e caratteristico che, lungo la sua via principale, offre delle aperture a scorci di un magnifico belvedere. Mutignano è una frazione di Pineto, in provincia di Teramo, a sei chilometri dal mare. Siamo andati alla scoperta del Mutignano Lutherie Festival e abbiamo deciso di portarvi con noi, partendo proprio dalle sensazioni che questo luogo ci ha regalato. Questo aspetto del territorio non è affatto secondario, tanto è vero che il festival si snoda tra le viuzze del paese e mette, l’uno accanto all’altro, materiale musicale ed enogastronomia. Gli stand, ben 43, si susseguono all’interno di botteghe o sulla strada, in un percorso che parte da Piazza Risorgimento per terminare in Piazza San Silvestro.

Nel corso dei quattro giorni di mostra, dal 19 al 22 di luglio, i due spazi hanno ospitato rispettivamente i concerti di chitarristi fingerstyle e artisti rockabilly. Chiacchierando con Michele Giorgione, direttore artistico e mente creativa di questa mostra, è emerso l’intento di tenere l’appuntamento fisso del fingerstyle e di affiancargliene, edizione per edizione, un altro collaterale, ma comunque di notevole importanza. Quest’anno, come si diceva, è stata la volta del rockabilly e di esponenti di spicco del genere come Marco Di Maggio. Per quanto riguarda invece la chitarra acustica, Michele ha prediletto anche qui la strada della valorizzazione territoriale, invitando chitarristi abruzzesi di spessore ed esperienza: Frank J. Finger, Andrea Castelfranato, Stefano Barbati e Lorenzo Piccioni. I concerti serali si sono alternati tra le due piazze, dando così modo ai visitatori di spostarsi lungo questi due punti cardinali. Noi abbiamo seguito quello di Stefano Barbati che ha presentato un set di circa un’ora, in cui ha suonato brani tratti soprattutto dal suo ultimo disco omaggio a Jimi Hendrix, Acoustic Ladyland. Tra i brani di Hendrix c’è stato spazio anche per qualche inedito di nuova composizione, e i brani presenti nei primi due dischi. Stefano ha prevalentemente usato la sua Lakewood su cui ha suonato, grazie alla loop station, anche delle parti di bouzouki.
Prima dei concerti, si sono svolti i seminari all’interno di un’antica chiesa, ormai sconsacrata, adibita ad auditorium. I temi trattati sono stati: “Il mondo degli ottoni” a cura della Baroque Works; “Tecnica della strumentazione da palco” a cura di Personal Sound; e “Dai legni all’hardware per la scelta di uno strumento solidbody” a cura di Voodoo Guitars. Anche qui, parlando sempre con il simpaticissimo Michele, è venuta fuori un’altra linea guida della mostra: l’apertura ad ambiti che non siano strettamente liuteristici, ma che comunque abbiano a che fare con la costruzione di strumenti musicali e affini. C’erano infatti costruttori di batterie, effetti e plettri, oltre a liutai e importatori di strumenti di liuteria da tutta Italia.
Sarebbe difficile illustrarveli tutti, per cui partiamo prendendone uno tra le ‘nuove proposte’ e un altro tra i più navigati. Abbiamo ad esempio provato le chitarre di Noemi Schembri, ragazza che è riuscita già ad ottenere un suono maturo e particolare, creando degli strumenti molto equilibrati e di un’ottima suonabilità. Le sue chitarre sia classiche che acustiche presentano, seguendo una tendenza che va sempre per la maggiore, oltre la buca frontale quella sulla fascia laterale superiore. Tra quelli più maturi e versatili del settore abbiamo trovato invece Luciano Buscarini, che ha presentato numerose chitarre acustiche, archtop e harp guitar. Un modello di quest’ultima è stata presentata in concerto da Lorenzo Piccioni. Si tratta di uno strumento con fasce e fondo in mogano khaya, tavola armonica in abete europeo e manico in mogano con inserti in wenge. Questa harp guitar monta, oltre alle sei standard, quattro bordoni. Tra i vari accessori, rigorosamente artigianali, c’è stata una ricca esposizione di plettri della Essetipicks di Steve Tommasi. Ce n’erano di ogni forma e materiale, da quelli ricavati da materie prime in prevalenza di origine naturale, a quelli molto tecnologici in fibra sintetica kevlar. Per non smentire l’estrema varietà delle proposte, abbiamo anche trovato la Flesswood, che produce accessori in cuoio con incollato ‘vero’ legno flessibile. Si tratta di un trattamento applicabile a ogni tipo di legno in commercio, che rende il materiale lavabile e cucibile, e quindi consono a svariati utilizzi: dalla tracolla della chitarra a cinte e abbigliamento in genere.
Michele, con la sua passione, ci ha offerto un modo sicuramente già sperimentato, ma in questo periodo di sicuro funzionale, di presentare un evento che non costi una cifra esagerata, e che punti anche sulle eccellenze del territorio. Con l’ottima cornice della buona tavola e dell’aria buona, le opere di liuteria e i concerti hanno tutto da guadagnare. Facciamo un grosso in bocca al lupo a Michele Giorgione e a tutto il suo staff, sperando nella crescita di questa manifestazione che, alla sua seconda edizione, dimostra già un suo forte carattere.


Chitarra Acustica, 9/2012, p. 5

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