(di Dario Fornara) Tra i possibili sistemi utilizzati per l’amplificazione di una chitarra acustica, il pickup magnetico installato alla buca rappresenta ancora una delle soluzioni tra le più diffuse e apprezzate, soprattutto in ambito professionale. In passato erano principalmente affidabilità e praticità di utilizzo a determinarne la scelta mentre oggi, grazie all’utilizzo di elettroniche più sofisticate e di sistemi ibridi in grado di gestire contemporaneamente diversi rilevatori, la loro scelta è sempre più spesso determinata proprio dalla caratteristica timbrica, potente e definita, così com’ è richiesta in molti generi musicali attuali, nonché da molti stili esecutivi.
Il pickup magnetico in prova oggi è un prodotto presente sul mercato già da alcuni anni, un pickup che si è guadagnato in breve tempo una solida reputazione grazie all’ottima resa acustica e all’affidabilità della quale parlavamo in precedenza (tra i molti utilizzatori citiamo Ben Harper e il grande David Lindley), un prodotto del quale penso tutti gli appassionati del nostro strumento abbiano già sentito parlare, ovvero il Seymour Duncan Mag Mic: andiamo a conoscerlo meglio!
Partiamo dalla costruzione: meccanicamente è costruito con materiali di qualità, le plastiche utilizzate sono ben rifinite e l’oggetto ci pare realizzato con estrema cura. Il peso e le dimensioni, pur non essendo particolarmente contenute, non compromettono troppo la sonorità acustica dello strumento; dopo averlo installato il fatidico effetto ‘tappo’, con conseguente inevitabile riduzione di volume e profondità timbrica (tipico di altre note ‘saponette’), risulta essere molto meno evidente. Il sistema di fissaggio alla tavola è molto efficace e consente un ancoraggio sicuro, non necessita di una grande forza di serraggio delle viti utilizzate allo scopo grazie alla presenza di due cuscinetti di gomma che aderiscono efficacemente alla tavola, generando il giusto attrito. Il montaggio, in definitiva, risulta estremamente semplice, nella confezione sono presenti degli utili ferma cavo adesivi da applicare all’interno della cassa e l’unico scoglio da affrontare è rappresentato dalla realizzazione del foro per l’installazione della presa jack di uscita, che dovrebbe essere ormai normale dotazione di serie per qualsiasi tipo di chitarra, anche non amplificata. Il Mag Mic è uno pickup humbucker di tipo stack a bobine sovrapposte, il che lo rende estremamente silenzioso, e incorpora un minuscolo microfono a condensatore omnidirezionale alloggiato nello stesso corpo, rendendolo praticamente invisibile. E’ un sistema attivo, con l’elettronica integrata nell’involucro del pickup stesso, dove sono presenti anche due piccoli potenziometri a rotella che regolano rispettivamente il volume generale e la quantità di segnale ripresa dal solo microfono, rendendone possibile un mix ideale.
L’alimentazione viene fornita dalla classica batteria a 9 V del quale è un discreto divoratore (le 450 ore di funzionamento sono garantite solo con batterie alcaline e Seymour Duncan ne specifica, nel libretto di istruzioni, marca e modello!); la batteria deve essere fissata all’interno della cassa con il consueto sistema del velcro adesivo, presente come accessorio nella confezione. Il pickup è dotato di 6 doppie espansioni polari, delle minuscole ‘brugolette’ in acciaio brunito, regolabili con l’apposita chiavetta in dotazione; queste permettono di bilanciare perfettamente il volume di ogni singola corda e rappresentano un grande vantaggio rispetto ad altri sistemi che non lo consentono. Installato su diverse chitarre il risultato timbrico è sempre stato buono! Il suono è sorprendentemente naturale e la mediosità tipica di altri magnetici qui è decisamente minore, difetto peraltro facilmente correggibile con l’intervento del microfono, che riesce a restituire acusticità e profondità al suono. L’attacco è definito e il microfonino riesce a catturare fedelmente le percussioni su tutto lo strumento, il suono è grosso, mai sottile, e la resistenza al feedback ottima, rendendo praticamente inutile l’utilizzo di un tappo supplementare alla buca, anche quando utilizzato ad alto volume: uno spettacolo. I puristi del suono storceranno il naso, come al solito, di fronte ad un pickup ‘alla buca’, ma è innegabile la praticità che un sistema del genere riesce a dare dal vivo, magari in presenza di altri strumenti. Per situazioni più tranquille esistono sistemi più fedeli, ma questo, nella sua specie, è tra i migliori che ci siano passati tra le mani. Il prezzo è allineato con la concorrenza, la qualità si paga, ma in questo caso neanche troppo. Valutare un pickup magnetico è cosa sempre molto soggettiva ed influenzata non poco dal gusto e dalle esigenze personali.
Dario Fornara
www.dariofornara.it