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San Teodoro

Viva l’Italia

Gli Stati Uniti d’America: perché dovrebbe piacermi questo paese?
Perché vedo una bandiera in ogni giardino, simbolo di uno spirito orgoglioso e patriottico. Perché il suo popolo ha ‘punito’ Clinton non tanto per aver tradito la moglie, quanto per aver mentito alla nazione. Perché Al Capone è stato arrestato per frode fiscale e non per le numerosi stragi: segno di una giustizia rigorosa, che mette lo Stato sempre in primo piano. Guardo sempre questa parte d’America con rispetto e un po’ d’invidia.
Inizio a emozionarmi già da quando il comandante annuncia l’imminente atterraggio. E mi affaccio al finestrino dell’aereo cercando di intravedere, tra le nuvole che pian piano si diradano, l’oceano e la costa californiana che lo ha reso famoso. Approfitto dei miei viaggi di lavoro e, per conoscere meglio il luogo, mi riservo sempre qualche giorno da utilizzare per vagare senza meta.
Mi dicono che la Highway No. 1, la strada che collega Los Angeles a San Francisco, è la più famosa d’America, una delle cose più belle da vedere. Si costeggia la costa e si passa da Big Sur. Ci credo e ci vado!
In macchina, musica ‘a manetta’ e quasi sempre finestrini abbassati, perché qui non è mai inverno. E anche se lo fosse, racconteresti lo stesso di questo sole e di questo senso di libertà. Così ho percorso la tortuosa strada, fermandomi a osservare i leoni marini sulla spiaggia e immaginando di vedere lontano, in mezzo al mare, lo spruzzo delle balene che in questo periodo si dirigono giù nel golfo del Messico per partorire. Mi sono sentito un po’ Allen Ginsberg e Jack Kerouac, mentre attraversavo questi luoghi e la loro leggenda. Ho guardato sognante l’oceano impertinente, onde e pace sovrapposti in un unico show, e…

(foto di Elio Berardelli)
(foto di Elio Berardelli)

Dopo un po’ mi sono stancato, stufo di vedere il mondo degli altri sempre più bello. Voglio dire basta ai luoghi comuni.
Questa passione spropositata per l’altro, e questa denigrazione ormai quasi convenzionale per il nostro, non mi stanno più bene. Ho ripassato a memoria, metro per metro, il mio viaggio sulla Route 1. E questo straordinario percorso, di colpo, è diventato un noioso cammino fatto di nulla, pietre, sassi, spiagge e niente, né prima, né dopo, né durante: solo storie raccontate che puoi leggere sui libri, ma che altrimenti neanche immagineresti.

Ho pensato allora alla mia vacanza di qualche anno fa quando, dopo un concerto a Ferentino, ho soddisfatto il desiderio di mia moglie di visitare Positano. Ho fatto la stessa cosa che faccio all’estero: presa la macchina mi sono lanciato alla ricerca di avventura.
Qui non hai bisogno di conoscere le storie o di leggerle sui libri: tutto si racconta da solo, ogni passo è l’occasione per un’emozione. Sulla costiera amalfitana il mare profuma di mare, che è ben diverso dall’odore dell’oceano. Il suo profumo è piccante, sa di sale, di spaghetti alle vongole appena cotti, di pomodoro e mozzarella, di aglio lasciato soffriggere nella padella il tempo giusto. Quanto basta per riempire la stanza di passione e ricordi.
E penso ai mandolini e alla melodia partenopea, alla mia vecchia Eko Ranger, alle chitarre Carmelo Catania, che alle Martin facevano un baffo… Non dimentichiamo che la liuteria è nata proprio in Italia e che la scuola di Cremona ne è la patria. Quanti ricordi confusi! Mi fermo un attimo, cerco di fare un sommario delle cose belle che mi passano per la mente.
Abbiamo Papa Francesco… lo so che lui è di tutti, ma chissà perché vive proprio li, in quel piccolo stato al centro del nostro paese. Ecco, giusto un altro ricordo: Luigi Tenco, che mi ha sorpreso quando da ragazzino ho scoperto che “Vedrai vedrai”, una delle più belle canzoni d’amore italiane, era dedicata alla mamma. Un altro pilastro della nostra civiltà: si sa, ogni italiano vive con l’amore per la sua terra e per la sua mamma nel cuore…

Pardon, anche questo è un luogo comune… ma chissenefrega!
Una volta ogni tanto, fatemi gridare: «Viva l’Italia!»

Reno Brandoni

PUBBLICATO
Chitarra Acustica, 02/2014, p. 5

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