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Intervista a Rob Poland, fondatore dell’etichetta CandyRat Records

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Rob Poland (in piedi) in studio con il batterista Steven Gillis, il chitarrista Andrew White e il produttore Vijay Tellis-Nayak

Rob Poland porta una ventata di ottimismo nel mondo della musica per chitarra acustica, grazie alle fortune della sua etichetta CandyRat Records, coraggiosamente dedicata alle nuove tecniche chitarristiche e alle giovani generazioni di musicisti della cosiddetta ‘chitarra acustica contemporanea’. In questa intervista ci racconta della nascita dell’etichetta nel 2005 intorno al talento di Don Ross, della sua ferma fiducia nella forza di Internet e dei nuovi mezzi di comunicazione, della grande visibilità che YouTube offre agli artisti e della parallela importanza dei concerti dal vivo, della fondata speranza che sempre di più il pubblico acquisterà musica attraverso i nuovi sistemi di vendita online.

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Don Ross a Ferentino Acustica 2008 (foto di Alfonso Giardino)

Nel 2005 hai fondato CandyRat Records, un’etichetta completamente dedicata alla musica per chitarra acustica. Apparentemente, una vera sfida. Come hai avuto l’idea, e qual è il motivo di un nome così curioso?
L’idea mi è venuta mentre promuovevo alcuni concerti di Don Ross negli Stati Uniti. Mentre guidavo tra uno show e l’altro, Don mi informò che l’etichetta con cui era sotto contratto stava eliminando la parte di produzione legata alla musica strumentale, e che quindi anche lui sarebbe stato libero. Al tempo io avevo già maturato un’esperienza decennale nell’impresa di famiglia e le cose non andavano tanto bene, quindi ero in cerca di un nuovo business da mettere in piedi. Ho offerto a Don Ross di creare un’etichetta e di produrre la sua musica, lui ha accettato l’offerta e subito dopo ho fondato l’azienda con l’aiuto di mio padre, che è anche socio dell’etichetta. Quando il giro di affari è diventato più grande, è intervenuta anche mia moglie Holly a lavorare a tempo pieno per aiutarmi. Il nome CandyRat Records è soltanto un dominio che era disponibile su Internet, sfortunatamente non c’è nessuna storia interessante collegata al nome.

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Antoine Dufour

CandyRat ha prodotto una sessantina di lavori di musicisti come Don Ross, Andy McKee, Antoine Dufour e di molti altri giovani chitarristi della generazione della cosiddetta ‘chitarra acustica contemporanea’. Ci puoi raccontare qualcosa del tuo interesse per questa nuova musica e per queste nuove tecniche?
Attualmente, CandyRat ha 56 album e 5 DVD nel suo catalogo. Il mio interesse personale per la musica è semplice, mi piace ascoltare musica. Moltissime volte ho una reazione fortemente emotiva ascoltando la musica dell’etichetta, e questo è il motivo alla base dell’averla creata: amavo così tanto la musica di Don Ross che volevo sentire più musica per chitarra, così ho iniziato a mettere sotto contratto per la CandyRat altri chitarristi che poi hanno suonato altra grande musica. Per quanto riguarda le nuove tecniche… io sono cresciuto suonando e amando lo strumento chitarra, ed è davvero bello per me vedere il progresso delle nuove tecniche e l’alto livello di abilità raggiunto oggi. Ed è una bellissima sensazione quella di sapere che stiamo aiutando questo tipo di musica ad essere ascoltato da un pubblico più ampio.

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Altamura, Barone e Forastiere (foto di Paolo Soriani)

La maggior parte dei musicisti CandyRat proviene dagli Stati Uniti e dal Canada, ma ce ne sono diversi anche europei, per non menzionare ‘l’angolo italiano’ rappresentato da Forastiere, Barone e Altamura. È un panorama internazionale…
Sì, è meraviglioso che Internet abbia permesso a così tanti grandi chitarristi di tutto il mondo di trovare CandyRat. E allora anche noi possiamo usare Internet per cercare di aiutarli a sviluppare il loro fan-base internazionale. Ci sono alcuni artisti CandyRat che io non ho mai incontrato personalmente, ma con cui sono in contatto solo per e-mail, telefono e Skype. Questo è un altro modo in cui le nuove tecnologie ci aiutano nel business musicale di oggi.

Andy McKee
Andy McKee

Fin dal principio tu hai fortemente creduto nella forza di Internet e dei nuovi media, e il canale YouTube di CandyRat oggi è il numero 58 nella top100 della categoria “Musica Globale”, con oltre 130.000 iscritti. Ti aspettavi un successo così fenomenale, e cosa hai fatto per poterlo raggiungere? (Sembra che i vostri non siano semplici clienti, ma veri e propri fan dell’etichetta…)
Sì, molti fan della CandyRat sono veramente fedeli all’etichetta. Questo contraddice tutte le brutte storie che abbiamo sentito e visto sulla stampa a proposito della vita recente delle etichette discografiche. Inoltre, i nostri fan comprano più album che singoli, e questo è un altro dato in controtendenza rispetto al resto dell’industria discografica, che oggi vende più singoli che album. Questo perché noi abbiamo fan che vogliono veramente la musica che produciamo, e che sono fedeli agli artisti che hanno scelto di seguire. Noi comunque lavoriamo sodo per far uscire CD che siano di grande qualità dalla prima all’ultima traccia. Anche se non mi sarei mai aspettato un tale successo per il canale YouTube, sapevo che mostrare questa musica ad un pubblico più largo ci avrebbe portato molti fan. All’inizio della nostra storia su YouTube siamo stati molto fortunati con uno dei primi ‘video virali’ di Internet, il pezzo “Drifting” di Andy McKee: ci ha aiutato con il passaparola per questa musica e ci ha fatto guadagnare molte sottoscrizioni. Con il progressivo crescere del pubblico di YouTube nel mondo siamo cresciuti anche noi, ne abbiamo beneficiato e il nostro pubblico continua a crescere ancora.

La visibilità che YouTube offre agli artisti è enorme, ma che ne pensi dei concerti dal vivo? Sono altrettanto importanti?
Molto importanti! I fan vogliono avere l’opportunità di vedere i loro artisti preferiti suonare dal vivo. Penso che i musicisti che suonano molto in tour abbiano un pubblico e vendite maggiori rispetto a chi suona meno dal vivo.

La discografia e distribuzione internazionale adduce tutte le colpe a Internet, e in effetti diventa ogni giorno più facile scaricare musica e video gratis. Per la tua esperienza, quanto nuoce il download illegale al business musicale? Credi che la pirateria potrà essere mai fermata?
Non so per certo se sarà mai fermata, ma penso che adesso ci siano talmente tante buone possibilità legali, che sempre più persone iniziano a comprare legalmente la musica nei negozi digitali, invece di scaricarla illegalmente. Penso che abbiamo toccato il fondo e che per questo col passare del tempo non potrà che andare meglio. Sono state istituite multe considerevoli per scoraggiare il download illegale non solo per la musica, ma per tutte le forme di proprietà intellettuale online, come libri, film, giochi e tutti i tipi di software.

Tu vendi CD in tutto il mondo: come va la battaglia tra copia fisica e download digitale? Chi vince?
Ha già vinto il digitale. Le vendite dei CD stanno intorno al 15-20% del mercato totale, e anche noi siamo su quella strada.

Cosa consiglieresti di fare (e non fare) a un giovane chitarrista che sta iniziando adesso la sua carriera?
Gli consiglierei di fare quello che vuole, in una precisa direzione musicale. Cercare di essere unico a modo suo. Registrare un demo, suonare qualche concerto e vedere quale è la reazione del pubblico alla musica e alla performance dal vivo. Se va molto bene dal vivo o su Internet, allora c’è un mercato per lui e deve continuare così. Se la reazione non è buona, allora bisogna capire se va modificato qualcosa, cambiare e ritentare. Molte cose buone hanno bisogno di tempo per svilupparsi, perciò non bisogna avere paura di provare la novità e insistere.

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