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Ciosi – Into the Wild Session

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Ciosi - Into The Wild Session coverDalla foto che appare sul sito, Ciosi sembra un ragazzo veramente giovane, ma se lo ascolti ti prende subito per la gran bella voce da consumato bluesman, con un repertorio che si basa su brani originali e sulla reinterpretazione dei grandi maestri del folk americano, dove si rincorrono linguaggi flatpicking, bluegrass, country e blues. Il disco è piacevole, i nove brani godono di un buon suono di chitarra, ed ogni tanto si impreziosiscono di basso, batteria e percussioni. Ciosi stesso, nel definire sulla sua pagina il proprio lavoro, dice: «L’idea di questo album nasce con lo scopo di inserire la chitarra acustica flatpicking in spazi sonori particolari, riprendendo brani popolari dalle radici del blues, del bluegrass, del folk, del ragtime e del jazz. Questi brani sono per me alla base di una cultura musicale che mi ha aiutato a sviluppare la mia sensibilità come chitarrista e appassionato audiofilo. Grazie alla mia ‘dream guitar’ 1934 D Mahogany Santa Cruz ho così omaggiato in questo album i miei artisti e scrittori di musica preferiti.»

“Sitting on the Top of the World” è il primo brano, suonato in una versione molto easy, in stile Doc Watson: personalmente preferisco molto il capolavoro che ne fece Howlin’ Wolf, ma come sempre tutto è soggettivo. “Beaumon Rag” è un tradizionale reso celebre da innumerevoli flatpicker della musica country e bluegrass e che riceve l’imprimatur dal caro ‘vecchio’ Beppone Gambetta. Grande, trascinante il terzo brano, “Corrine Corrina”, cantato con una voce che ricorda molto il primo Stephen Stills. “Wheeling”, di David Grier, è un bel duetto con il basso fretless di Matteo Valicella, che inserisce un solo veramente interessante. Avanti con musica piacevole: “Sliding Delta” di Mississippi John Hurt, “Maple Leaf Rag” di Scott Joplin, anche nel ricordo della versione di Steve Kaufman, e “Blue Monk” di Thelonius Monk ci donano il buonumore, mentre “Chesapeake Bay” di Massimo Varini ci porta in un contesto di grande spessore. Il tutto si chiude con “You Are My Sunshine” di Jimmie Davis, un brano prettamente country, reso uno standard da cantanti di musica bluegrass, folk e pop.

In conclusione questo disco risulta molto piacevole e ben equilibrato, sorretto da una buona tecnica chitarristica ed una voce veramente notevole. Libretto molto bello, multilingua, per un disco evidentemente destinato al mercato internazionale. Caro Ciosi, adesso ti aspettiamo con qualcosa di tuo.

Alberto Grollo

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