Un libro che rappresenta le fondamenta su cui edificare la nostra casa musicale, ovviamente in stile fingerstyle! Lo stesso autore, il nostro ben conosciuto Daniele Bazzani, spiega nell’introduzione che se lo studente affronterà con serietà e costanza lo studio della tecnica delineata in questo metodo, getterà le basi per tutto quello che seguirà nell’ambito della chitarra fingerstyle. Provocata, a questo punto, l’acquolina in bocca allo studente potenziale, Bazzani gli dà subito un paio di frustrazioni, per sgomberare il campo dagli equivoci: vade retro coloro che pensano di saltare o affrontare con superficialità lo studio della tecnica, per cimentarsi con qualcosa di complicato come il ‘Fingerstyle’ («maiuscolo così incute timore»). Giustamente, essendo il fingerstyle uno stile mutuato dalla chitarra classica, è bene fin dall’approccio iniziale trattarne lo studio con rigore. Detto ciò, ci si addentra nella trattazione di cosa troveremo all’interno del metodo e di come è strutturata e articolata la didattica. E qui ritroviamo la competenza, l’ironia e la simpatia cui ci ha abituato già da tempo Daniele.
La tecnica e gli esercizi. Pochi gli esercizi presentati, proprio per stimolare nello studente quella fantasia che poi gliene farà creare di nuovi, avendo acquisito le modalità con cui sono stati concepiti. Una costante che troviamo nelle pagine introduttive agli esercizi veri e propri, è l’esortazione che tali esercizi occuperanno mesi, forse anni per essere veramente assimilati. Ma tant’è. Le fondamenta devono essere ben solide per sostenere mura e tetto!
Quindi, esercizi iniziali per mani separate. La destra, che produce il suono, ha il ruolo ritmico e armonico. La sinistra ha il compito di diteggiare tutte le note che non sono prodotte dalle corde a vuoto. Per quanto riguarda la mano destra, si parte con gli arpeggi a quattro dita a gruppi di corde; si va avanti con gli arpeggi ‘a fisarmonica’, dove è solo il pollice a salire fino alla sesta corda mentre le altre dita restano sulle tre corde alte. Quando il pollice è arrivato in cima, le altre tre dita lo raggiungono, poi scendono nuovamente e infine scende anche il pollice: in questo modo le dita della mano destra simulano il movimento del mantice di una fisarmonica. Per quanto riguarda la mano sinistra, la mano che ‘tiene’ i suoni che la destra produce, ne viene indicata la posizione corretta con la raccomandazione di diteggiare le note da suonare ma anche di non toccare quelle a vuoto.
Terza fase. Le due mani che lavorano insieme. Troviamo le principali scale, maggiori e relative minori, che gli esercizi propedeutici consentiranno di eseguire in modi differenti, sempre in prima posizione. C’è la sezione dedicata agli allargamenti, cioè quegli esercizi volti a migliorare l’allargamento e la scioltezza della mano sinistra, la sezione dedicata alle legature, ascendenti e discendenti, qualche semplice accordo, per approdare, infine, al barré, vero e proprio spauracchio per schiere e schiere di chitarristi. Altro argomento trattato è lo slide, cioè lo scivolamento di un dito o più dita sulle corde, che all’arrivo produce il suono.
Gli esercizi sono udibili grazie al CD allegato alla pubblicazione.
Considerazioni finali. Se il tenore percepito è quello di un libro ‘arcigno’, siete fuori strada. Studenti e insegnanti, a cui il metodo è rivolto, scopriranno un percorso didattico che dispenserà materiale prezioso con molti momenti di ‘musicalità’, tanto da renderlo leggero e facilmente fruibile, fornendo al contempo solida tecnica e sensibilità creativa.
Gabriele Longo
Chitarra Acustica, 07/2014, p. 16