È online il numero 02/2015 di Chitarra Acustica, di cui potete leggere l’editoriale di presentazione e che potete sfogliare, scaricare o richiedere nella sua versione cartacea su chitarra-acustica.net o nei migliori negozi di strumenti musicali.
Il chitarrista che cantava scrivendo canzoni
(di Andrea Carpi) – C’è sempre per noi una certa reticenza, di fronte al rischio di confondere i momenti di cordoglio con le nostre scelte giornalistiche ed editoriali. Ma in questo caso non abbiamo avuto dubbi a dedicare la storia di copertina a Pino Daniele.
Anche perché spesso non ci riconosciamo nei tanti processi alle intenzioni che vediamo girare per la rete, nei quali si pretenderebbe di mettere in discussione la sincerità e l’autenticità delle manifestazioni di lutto altrui. L’esperienza quotidiana mostra in realtà che, di fronte alla scomparsa di una persona alla quale si è in vario modo legati, le reazioni personali e individuali possono essere le più diverse, e dovrebbero essere comprese prima di essere giudicate. Così come non troviamo spesso opportune certe prese di distanza del giorno dopo dalla persona scomparsa, quasi a voler esibire al mondo intero una propria autonomia di giudizio, non particolarmente richiesta nella circostanza.
Abbiamo sentito per esempio sottolineare una schiettezza a volte ‘eccessiva’ di Pino, che avrebbe accompagnato una sua difficoltà a intrattenere buoni rapporti con la stampa e una sua scarsa disponibilità alle interviste.
Noi che scriviamo su Chitarra Acustica, parlo in particolare di Gabriele Longo, Giuseppe Cesaro e il sottoscritto, abbiamo cercato di ritrovare le parole di Pino raccolte in nostre precedenti esperienze giornalistiche, e abbiamo rintracciato numerose interviste molto rilevanti, insieme ad altre interviste curate da amici giornalisti del settore come Giuseppe Barbieri e Stefano Tavernese, nelle quali Daniele esprime tutta la sua passione per la musica, tutta la sua dedizione all’arte e al mestiere del musicista, tutta la sua competenza e consapevolezza del suo ruolo e della sua storia.
Così abbiamo cercato di riunire in questo numero i momenti salienti di queste testimonianze, oltre che di alcune significative recensioni di Giovanni Palombo e Luca Sghirinzetti, insieme a nuove appassionate considerazioni e analisi di Daniele Bazzani e Stefano Barbati. Ne è scaturito, crediamo, un quadro non esaustivo ma sentito, che riflette la nostra alta considerazione dell’opera complessiva di Pino Daniele.
Pino Daniele ha saputo rinnovare la canzone napoletana, e la canzone italiana tutta, rendendole più vicine alle sensibilità musicali contemporanee. E ha saputo rendere più comprensibili a noi i linguaggi del blues e del jazz rock, assimilandoli ai linguaggi delle nostre tradizioni. In particolare è tra quei musicisti che meglio incarnano una delle immagini a noi più care, l’immagine del cantautore con la chitarra, che sa coniugare una scrittura profonda con la maestria sullo strumento. Per noi Pino Daniele è uno dei più grandi esponenti della musica italiana del dopoguerra. E forse non solo.
Andrea Carpi