Ovvietà: uno strumento è uno strumento, e come tale serve a farci esprimere la nostra musicalità. Se poi questo strumento è una chitarra acustica, e non un’elettrica o una classica, è assolutamente secondario. Provate a leggere, già dalle prime righe, il manuale di Alessandro ‘Finaz’ Finazzo, dedicato all’uso degli effetti per la chitarra acustica, e provate a verificare se l’assunto di cui sopra può ancora valere. Con questa pubblicazione, che diciamo subito – anche se forse s’era già capito – è appassionante e divertente oltre ogni aspettativa, il chitarrista Finaz trasmette, aldilà di tutto il resto, un amore smisurato per la chitarra acustica. Sì, quella con le corde di metallo, quella folk, quella che anche quando si riesce a vestire di elettrico e di effettato, rimane comunque lei, col suo corpo generoso, caldo, di legno vivo, che quando l’abbracci risponde già per come è lei di natura!
Il libro si articola in varie sezioni. Parte con una doverosa biografia artistica dell’autore, prosegue con una prefazione dell’amico chitarrista Fausto Mesolella, altro strumentista ‘visionario’, prima di entrare nell’argomento. E Finaz ha le idee chiare. Ci racconta dettagliatamente le peculiarità della chitarra folk, le marche e i modelli principali, i legni utilizzati per le sue varie parti, insomma tutto ciò che può aiutare il neofita, ma anche il professionista, ad orientare al meglio la scelta della prima chitarra o di quelle in aggiunta ad essa. E prima ancora di addentrarsi nel complesso e affascinante mondo dell’effettistica, spiega che fare uso di una simile espressività sonora attraverso una chitarra acustica non è affatto un ‘ripiego’, rispetto all’ovvia osservazione di chi dice che tanto vale utlizzare direttamente la chitarra elettrica. Come dice lo stesso Finaz, «la chitarra acustica reagisce alle sollecitazioni ‘effettistiche’ in modo completamente diverso. Il sound, la dinamica, l’atmosfera, cambiano totalmente. Personalmente, ritengo che conti molto anche come sento lo strumento tra le braccia. Lo spessore del corpo, la consistenza delle corde. La chitarra acustica soddisfa tutte le mie esigenze musicali e fisiche. Inoltre, è come avere due chitarre allo stesso tempo e si può scegliere quale usare. Infine, quello che mi interessa è poter esprimere la mia musicalità». Assolutamente convincente.
Il libro è accompagnato da un video-ROM con esempi di brani eseguiti nel tour live 2014 che Finaz ha fatto con Bandabardò, dove spiega tutta la tecnologia che usa e come la usa. Le inquadrature dei filmati audiovideo sono ben curate e tripartite tra frontale, mano destra e mano sinistra. In più, sono stati inseriti dei brani del suo progetto Guitar Solo, dove dimostra l’utilizzo anche compositivo degli effetti più altre sperimentazioni che esemplificano cosa si può fare anche con una chitarra acustica. Lo scopo del libro è quello di dare uno start al lettore per poi incoraggiarlo a sperimentare lui stesso.
Ma proseguiamo. Dopo una dettagliata panoramica sui vari sistemi per amplificare la chitarra acustica (piezo, pickup magnetici, a contatto, microfoni interni, ibridi) e sugli ampli e pre ad essa dedicati, Finaz ci regala una chicca: la descrizione dettagliata della sua pedaliera di effetti e il modo di programmare tutti i suoi gioiellini elettronici.
Le moltissime informazioni che si possono trovare in questo manuale sono il frutto di una ricerca certosina, di voglia continua di sperimentazione e di capacità di tirare fuori l’anima dalla tecnologia, perché «che si usino effetti o meno, ricordiamoci sempre che un buon musicista deve fornire al fonico di sala (o studio di registrazione) il suo suono. Una caratteristica fondamentale dei grandi musicisti è quella di avere un suono personale, quasi un marchio di fabbrica!»
Un libro che qualunque chitarrista acustico deve conoscere, a prescindere dalla sua volontà di utilizzare in concreto l’effettistica, proprio per l’alto tasso di passione e competenza che in esso possiamo trovare.
Gabriele Longo