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Il Maurizio Geri Trio a Un Paese a Sei CordeThe Maurizio Geri Trio at Un Paese a Sei Corde

BROLO, frazione di Nonio, 10 settembre 2011 – Brolo è una deliziosa, piccola località affacciata sul Lago d’Orta, conosciuta come ‘il Paese dei Gatti’. Ovunque ci sono effigi dell’adorabile felino, persino un monumento in piazza. Ma questa sera la frazione del comune di Nonio vuol far parlare di sé per altri motivi. Motivi musicali, per la precisione.

Maurizio Geri
A proporceli c’è un trio davvero speciale, che di corde ne porta ben sedici, a Un Paese a Sei Corde! Il Maurizio Geri Trio, ovvero Maurizio Geri e Luca Giovacchini alla chitarra con Nicola Vernucchio al contrabbasso, propone musica manouche, ma condita in salsa toscana: ascoltarli è un’esperienza davvero interessante.
Con l’occasione del centenario della nascita di Django Reinhardt – celebrato l’anno passato – sono stati molti a suonare i più famosi brani del chitarrista di origini tzigane, ma non è frequente trovare chi usa questo stile per proporre pezzi nuovi e originali. Ed è come una ventata di aria fresca. All’interno della Chiesa di Sant’Antonio Abate, dalla inusuale tappezzeria rosso fuoco, i tre musicisti sono subito partiti in quarta con “Rapido per Algeri” e “Algeri”, due brani in uno, dal ritmo travolgente.

Luca Giovacchini
Dopo un delizioso “Piccolo valzer”, ecco seguire “A passo lento”, un bellissimo esempio di poesia in ottava rima, tipica della tradizione toscana, arrangiata e cantata da Maurizio Geri. La sua voce chiara ha subito catturato il pubblico, colpito dalla straordinaria eleganza che risultava dall’unione di due elementi così popolari del folklore nazionale e d’oltralpe.
“Mademoiselle de Bucarest”, di Matelo Ferret, ha rappresentato un momento di grande virtuosismo chitarristico e, con il suo ritmo scatenato di czarda, ha letteralmente rapito i presenti. Ancora tanta allegria con “Limehouse Blues” di Django, per poi tornare alle composizioni di Geri, prima con una dolcissima “Sogno di valzer” e poi con una scanzonata “Pierino”.
Non sono stati dei gran chiacchieroni i nostri musicisti, solo poche parole per presentare i brani, ma Maurizio ne spende qualcuna in più per “Goodies vai”, canzone dedicata per buon augurio all’amico impegnato in quelle stesse ore sul palco del Premio Tenco, in quel di Piombino.

Nicola Vernucchio
E via di nuovo con tanta bella musica, come in una gran festa, trascinando tutti in un vortice di brani classici del repertorio manouche, lasciando spazio, però, sia ad altre canzoni di Maurizio Geri, come la bellissima “Ancora un ballo” dall’omonimo CD, sia a brani che schiudono le porte di un mondo jazz più insolito, come quello sudamericano di Oscar Aleman con la sua “Melancolia” e quello italiano di Gorni Kramer.
C’è stato posto anche per l’anima blues dell’imperturbabile Luca Giovacchini, che con “Take This Hammer” ha sapientemente introdotto la bellissima “Blue Drag” di Reinhardt.
Ma le cose belle finiscono presto e, dopo il bis, siamo ormai giunti al termine di questo concerto, che ha saputo dimostrare com’è possibile non cristallizzare un genere musicale, ma farlo proprio e donargli nuova vitalità, assimilandolo e mescolandolo alla propria cultura, per portare avanti una tradizione antica che appartiene a un’altra terra e – in questo modo – creare qualcosa di fresco ed elegante.

Patrizia & Mauro Gattoni

(foto di Patrizia Mattioli)

BROLO, district of Nonio, 10th September 2011 – Brolo is a delightful little village in the municipality of Nonio, that overlooks the Lake of Orta. It’s known as the ‘cat city’ and there are images of this adorable feline being everywhere, including a cat monument in the main square. But, this evening, the village wants its name to be on everybody’s lips for a different reason – to be more specific, for musical reasons.

Maurizio Geri
And the pretext is provided by a truly special trio, that brings sixteen strings all of its own to ‘Un Paese a Sei Corde’ – a ‘six-string village’! The Maurizio Geri Trio – Maurizio Geri and Luca Giovacchini on guitar with Nicola Vernucchio on double bass – offers up Manouche music served with a Tuscan dressing: it’s a truly intriguing experience to listen to them.
It was the centenary of the birth of Django Reinhardt last year, and so there have been many musicians who have taken up the opportunity to play famous pieces by the Tziganese guitarist, but it’s not often that you find someone who uses this style to present pieces that are both new and original. And it’s a breath of fresh air! Inside St. Antonio Abate’s Church, with its unusual fiery red tapestries, the three musicians jumped right in at full speed with ‘Rapido per Algeri’ and ‘Algeri’ – two pieces mixed into one with a breathtaking rhythm.

Luca Giovacchini
Afterwards came a delightful ‘Piccolo valzer’ followed by ‘A passo lento’, a truly beautiful example of poetry in ‘ottava rima’, typical of Tuscan tradition, arranged and sung by Maurizio Geri. His voice enchanted the public immediately, who couldn’t but be impressed by the extraordinary elegance created by the union of two such popular folkloric elements from Italy and the other sides of the Alps. Matelo Ferret’s ‘Mademoiselle de Bucarest’ represented a moment of great bravura on the guitar and with his unbridled czardas rhythm it literally captured the hearts of all those present. There was more cheerfulness to follow with Django’s ‘Limehouse Blues’ before returning to Geri’s own compositions, firstly with the ever so delicate ‘Sogno di valzer’ and then with the breezy piece ‘Pierino’.
Our musicians proved not to be particular chatterboxes and presented their pieces with just a quick word or two, but Maurizio paused to say a bit more before playing ‘Goodies vai’ – a song dedicated as a good wish to a friend of his, who was busy at that very same moment on stage at the Premio Tenco competition in Piombino.

Nicola Vernucchio
And then we were away again with some more beautiful music. It was just like a big party that swept everybody away in a vortex of classical pieces from the Manouche repertoire, leaving space however for other songs by Maurizio Geri, such as the really beautiful ‘Ancora un ballo’ from the CD of the same name, as well as pieces that left the door open to the more unusual aspects of the jazz world, such as the South American world of Oscar Aleman with his ‘Melancolia’ and the Italian world of Gorni Kramer. There was room too for the bluesy soul of straight-faced Luca Giovacchini, who with ‘Take This Hammer’ wisely introduced Reinhardt’s incredibly beautiful piece ‘Blue Drag’.
But beautiful things finish all too soon and, after the encore, we came to the end of a concert, that had proved itself capable of demonstrating that musical genres don’t have to remain crystallised. They blossom when you make them your own and breathe new life into them, bringing them into your home and mixing them with your own culture, in order to take onwards an ancient tradition that belongs to another land and – in so doing – to create something that is both fresh and elegant.

Patrizia & Mauro Gattoni

(photo by Patrizia Mattioli)

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