sabato, 27 Luglio , 2024
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San Teodoro

Non mi piace!

Questa mattina fa proprio caldo, dicono che sia la settimana più rovente dell’anno. Preparo la solita colazione, un misto tra ‘prova costume’ e ‘chissenefrega’… Approfitto del tempo che il tostapane impiega a raggiungere la temperatura giusta, per aprire il mio iPad e selezionare l’app che mi regala le ultime news. Intravedo una signorina che con faccia attonita annuncia la notizia del giorno: YouTube mostrerà in chiaro i nomi delle persone che hanno cliccato ‘mi piace’ o ‘non mi piace’ per commentare i video pubblicati sul suo sito.
Mi distraggo subito, perché il tostapane è pervenuto al giusto calore e devo mettere le fette di pancarrè a riscaldare. Apro il frigo cercando di ‘guastare’ l’alimentazione salubre, con qualcosa che regali soddisfazione. Mi soffermo su uova e pancetta, ma… forse non è il caso: oggi basta una spennellata di marmellata!

Reno BrandoniLe notizie procedono sullo schermo e quasi dimentico le ragioni dello sguardo mesto della conduttrice. Poi ci ripenso e sorrido: finalmente scoprirò il nome dei due ‘avversari’ che aspettano ogni mio video per manifestare, ancor prima di visionarlo, il loro dissenso.
È una cosa che condivido con altri amici musicisti. Gavino Loche, per esempio, ha otto aficionados: basta pubblicare un suo video per vedere immediatamente otto pollici versi che ne decretano la ‘stroncatura’.

Anche Massimo Varini mi raccontava – ma non vorrei sbagliarmi – che aveva pubblicato un video e, immediatamente dopo l’upload, era apparso il primo commento negativo, nonostante il video fosse piuttosto lungo e non ci fosse stato materialmente il tempo di visionarlo.

Chissà perché accade? Forse è un riflesso incondizionato?
Io invece penso: «Non ti piace una cosa, non la guardare!»  Perché perdere tempo a denigrarla, quando magari altri mille la gradiscono?

Comunque non è questo il tema, il focus è l’anonimato.
Se uno scrivesse che non gli piace la mia musica firmandosi o motivandone le ragioni, non avrei nulla in contrario. Ma nascondersi dietro una app per mostrare un diniego mi sembra un atto vile. Meglio, come dicevo, abbandonare la visione e dedicarsi ad altro.

Finita la colazione è ora di uscire per strada. Passo dal bar e l’aria che si respira è strana: tutti con gli occhi bassi, nessuno che ti guardi in faccia. Penso che qualcuno di loro potrebbe essere un mio nemico, anche se non dovrebbero essere più di due, mentre sembra che tutti provino qualche diffidenza.
Anche il fruttivendolo supertecnologico, che di solito è connesso con il mondo e si fa i fatti di tutti, ha il computer nascosto sotto il banco: ne intravedo un piccolo angolo sbucare da sotto un giornale. Sua moglie lo guarda con compassione e lui gira nervoso tra frutta e verdura, facendo finta di sistemare qualcosa. Ma lo sguardo è perso e preoccupato. L’edicola è chiusa, la fila che si crea ogni mattina oggi non c’è: nessuno sembra aver bisogno di giornali e men che meno di quotidiani.

Accendo lo smartphone e provo a guardare Facebook: non c’è nessun post nuovo, tutto sembra congelato. L’ultimo messaggio è quello di Giuseppe che scrive: «Avete saputo di YouTube?» Dopo, però, nessun like, nessun commento, nessuna condivisione. Solo silenzio.

Ora la cosa si fa preoccupante, torno a casa a cercare notizie fresche. Incontro la commessa del supermercato che mi viene incontro esagitata, con gli occhi sconvolti mi dice che ha ascoltato il mio CD e si scusa per non aver cliccato ‘mi piace’ sotto il mio ultimo video. Poi fugge vergognosa.
Non pensavo che questa notizia portasse tanto scompiglio! Il direttore di banca, con cui di solito prendo il caffè, è indaffarato in una rovente discussione con la cassiera: garantisce che il video delle vacanze che lei ha postato gli è piaciuto davvero; ha solo premuto il ‘pollice’ sbagliato, quello che indica verso il basso invece di quello che indica verso l’alto. «Ma sono così vicini!» si giustifica.

Arrivo a casa e accendo subito il computer. Volo sulla pagina YouTube e sto per visualizzare il mio ultimo video per leggere i nomi incriminati… Poi ci ripenso: ma chi se ne frega! Non sono così curioso o permaloso. Spengo tutto e mi metto a suonare la chitarra. Anzi, inizio a registrare un nuovo video.

Finisco il montaggio e non vedo l’ora di pubblicarlo: «Almeno questo non avrà commenti negativi!» penso. Ormai tutti avranno imparato la lezione. Inizio l’upload, ma scopro che YouTube ci ha ripensato: ha reso di nuovo invisibile il nome di chi commenta!
Il video ha appena finito di essere scaricato, un attimo di elaborazione ed è on line. Ed ecco, di nuovo, apparire immediatamente i due ‘pollici in giù’.

Ma sì, dai, forse è meglio così. Ormai mi ci sono affezionato.

Chiaramente, tutto questo era solo un esercizio di fantasia…
Buone vacanze e buon fingerpicking!

Reno Brandoni

 

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