venerdì, 29 Settembre , 2023
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Viaggi sonori 3D

(di Gavino Loche) – Qualche tempo fa, durante una delle tante ricerche sul web riguardo le tecniche di ripresa microfonica della chitarra acustica, sono incappato in una pagina che ha catturato la mia attenzione: Terzo Orecchio (www.terzoorecchio.com). Subito mi sono attivato per capire di cosa si trattasse: non avevo mai sentito parlare di audio 3D ‘binaurale’ e la cosa mi intrigava… Poi quello strano microfono a forma di testa umana – con tanto di naso e orecchie – infilzata a un’asta microfonica, era davvero un’immagine inquietante! Potete crederci o no, ma dopo qualche giorno ho ricevuto un’email proprio dai protagonisti di questa esperienza, Franko Russo e Stefano Arciero, che mi proponevano di girare un video con l’audio binaurale. «Questo è un segno del destino» mi sono detto. E ho accettato immediatamente il loro invito, per iniziare così la mia avventura binaurale.

Registrazione Binaurale
Ma cos’è la registrazione binaurale e come è nata? Per rispondere a questi interrogativi mi sono avvalso dei chiarimenti di Stefano Arciero, sound engineer esperto in tecniche di ripresa audio immersivo e titolare di Vs3D (acronimo di Viaggi sonori 3D). Vs3D è un laboratorio artistico mobile che adotta, utilizza e promuove la metodologia di ripresa audio tridimensionale (audio binaurale). Il laboratorio svolge e promuove attività di ricerca e produzione nell’ambito della musica, del teatro, del cinema e delle arti figurative, della psicoacustica e delle sperimentazioni sul suono. Il sistema di ripresa audio binaurale utilizzato da Vs3D è basato sulla fisiologia dell’udito umano e garantisce una dinamica naturale, una spazialità tridimensionale nell’ascolto in cuffia, massimo realismo e qualità timbrica.

La storia del binaurale
La leggenda vuole che, negli anni ’50, un ingegnere del suono che stava lavorando ai radiodrammi, sfinito dopo aver posizionato i microfoni per gli attori e l’orchestra, esclamò: «Se io ascolto tutto con le mie sole due orecchie, a cosa servono tutti questi microfoni?» Nasce così l’idea di replicare un modello dell’ascoltatore umano andando a collocare due microfoni, uno per l’orecchio destro e uno per il sinistro, in un simulacro di testa. L’idea c’era, ma i microfoni erano ancora troppo grandi per essere inseriti nella testa di un manichino. Negli anni ’70 e ’80 ci furono diversi esperimenti, come quelli portati avanti dall’ingegnere argentino Hugo Zuccarelli, che insieme a Umberto Maggi brevettò una tecnica di ripresa audio chiamata olofonia, la quale fu utilizzata da molti artisti fra cui i Pink Floyd. Lou Reed aveva registrato delle tracce con un sistema analogo, ma i risultati non furono all’altezza delle aspettative.

I microfoni binaurali
La registrazione binaurale, ovvero a due orecchi, è un metodo di registrazione tridimensionale del suono per l’ascolto immersivo in cuffia, che mantiene le caratteristiche direzionali a 360 gradi sferici delle sorgenti, offrendo all’ascoltatore l’illusione di essere situato nell’ambiente della ripresa stessa dell’evento sonoro.
Esistono diverse tipologie di microfoni binaurali sul mercato, basati sul principio di avere due capsule microfoniche alloggiate all’interno di un simulacro di testa umana, che funge da separatore fisico tra i due canali sinistro e destro. Le dimensioni, i materiali e la forma dei padiglioni hanno lo scopo di riprodurre fedelmente l’assorbimento sonoro di una testa umana e di captare il suono nella maniera più fedele possibile a quella di un ascoltatore reale.
L’impegno della Neumann nella ricerca produsse i primi due modelli KU 80 e KU 81, perfezionandoli fino al KU 100 uscito sul mercato nel 1993 e utilizzato da Tchad Blake, amante di queste tecniche, nell’album Binaural dei Pearl Jam.
La registrazione in binaurale, a differenza della registrazione stereofonica tradizionale, in cui le sorgenti sonore vengono distribuite nella dimensione destra-sinistra, permette di avere un suono a dinamica naturale, colorato dall’ambiente reale in cui si effettua la ripresa, e una tridimensionalità del suono nell’ascolto in cuffia. Infatti, mentre in una ripresa stereofonica i suoni vengono percepiti dall’ascoltatore ‘internamente’ al cranio, in quella binaurale vengono percepiti ‘esternamente’ a esso e provenienti da tutte le direzioni – sinistra, destra, davanti, dietro, sotto, sopra, lontano e vicino l’orecchio – come se fossimo sul luogo della ripresa. Ogni sorgente sonora è caratterizzata dalla distanza che c’è tra il microfono e la sorgente stessa al momento della ripresa. Una registrazione binaurale dà la possibilità di ‘entrare dentro il suono’ per un ascolto davvero coinvolgente e immersivo. Grazie alla ripresa binaurale si possono percepire, ad esempio, voci sussurrate vicino l’orecchio.

Per capire facilmente in cosa consiste la ripresa binaurale, basterà ascoltare questo ‘viaggio sonoro’ su YouTube, che vi farà vivere diverse emozioni portandovi o ‘tele-audio-trasportandovi’ in diversi luoghi e ambientazioni sonore:
https://youtu.be/rQZTG0Mxags

Per poter apprezzare un ascolto tridimensionale, basterà indossare correttamente un paio di normali cuffie, sempre meglio se di buona qualità, facendo attenzione a posizionare l’auricolare ‘L’ nell’orecchio sinistro e ‘R’ in quello destro: magicamente sentiremo i suoni intorno a noi. Molti ascoltatori fanno fatica a restare a occhi chiusi, perché dopo pochi secondi, sentendo i suoni intorno, li aprono per cercare una conferma visiva. In alternativa si possono usare comuni diffusori che, come spesso accade, sono posizionati davanti a noi. In questo modo si perde la percezione 3D lasciando però intatta la naturalezza e la profondità della ripresa.

Registrazione Binaurale

La Dummy Head
Vs3D, che da anni collabora al progetto artistico Terzo Orecchio di Franko Russo, pioniere in Italia della registrazione binaurale, utilizza il microfono Neumann KU 100 ‘Dummy Head’. Il KU 100 possiede un preamplificatore incorporato, un circuito di equalizzazione psicodinamica che simula il comportamento degli ossicini dell’orecchio medio e restituisce un suono realistico, ricco di armoniche e a dinamica naturale. Risolve inoltre i problemi di riproduzione su altoparlanti – il famoso crosstalk – conservando la naturalezza timbrica della ripresa. Per un ascolto immersivo è sempre consigliato l’utilizzo delle cuffie ma, come detto prima, una registrazione binaurale professionale la si può ascoltare anche su una coppia di altoparlanti. Un terzo modo di ascolto, un po’ più sperimentale ma che si consiglia di provare, è quello di disporre i diffusori intorno l’ascoltatore, uno di fronte l’altro come una grossa cuffia: in questo modo è davvero sorprendente come veniamo nuovamente avvolti dai suoni, poiché evidentemente il suono binaurale oltrepassa la linea di congiunzione dei diffusori.

Il mix e editing
Vs3D cerca di utilizzare una catena di registrazione quanto più ‘pulita’ possibile, per mantenere il suono naturale che proviene dal KU 100 Neumann. In ambiente naturale utilizza lo Zoom H6n a batterie, leggero e potente allo stesso tempo, che può alimentare anche il KU 100. In altri casi usa una scheda audio Lexicon I-ONIX U42S con 4 ingressi XLR, molto utile per collegare eventualmente una seconda testa, o altri microfoni, e avere già i segnali audio sincronizzati.
Il mix viene fatto ‘fisicamente’ spostando le sorgenti sonore o la testa binaurale. Si lavora molto in fase di preproduzione, giocando con la spazializzazione dei suoni. Se si desidera che un suono provenga da sinistra, già in fase di registrazione la sorgente del suono viene posizionata sulla sinistra rispetto alla testa, spostando amplificatori, diffusori, strumenti acustici o voci, vicino o lontano a seconda della profondità desiderata. Ad esempio, un quartetto d’archi potrebbe essere disposto intorno al microfono binaurale in base a diverse configurazioni, a seconda del mix che si vuole ottenere. Ogni traccia registrata è sempre stereo e il suono proviene dall’esatta posizione in cui erano posizionate le sorgenti al momento della registrazione. Se serve, c’è comunque un margine per modificare di qualche punto il pan pot durante il mix.
È possibile anche riversare suoni già preesistenti. Ad esempio si possono riversare dei suoni mono utilizzando dei diffusori, spazializzandoli e mixandoli nuovamente. In questo caso si posizionano i diffusori intorno la testa, nelle posizioni desiderate, e si ri-registra una traccia dopo l’altra in binaurale, variando le posizioni a seconda del mix che si vuole ottenere.

A questo link è possibile ascoltare un esempio realizzato con cinque tracce suonate da Tommy Emmanuel:
https://youtu.be/UzdJryDAyIg

In questo modo si possono ottenere delle versioni binaurali di un brano di qualsiasi genere, oppure dei mix ibridi, in cui la differenza nell’ascolto in cuffia è che il suono stereo suona ‘internamente’ al cranio dell’ascoltatore (oppure lateralmente), quello mono suona ‘al centro’ del cranio, mentre il suono stereo binaurale è sempre percepito provenire ‘dall’esterno’ del cranio. Questo sistema può essere utilizzato per creare dei mix molto interessanti in 3D, 2D e 1D.
Un altro caso è riversare un mix 4.1 o 5.1 già esistente intorno la testa, usando una sala 5.1 e posizionando la testa esattamente al centro, come in questo esperimento di “Time” dei Pink Floyd in versione quadrifonica in cuffia:
https://soundcloud.com/terzoorecchio/time-quadrifonica

Nell’editing di solito si utilizza un equalizzatore, per schiarire leggermente il suono e fare delle correzioni quando serve, e un compressore per comprimere leggermente la dinamica a seconda del materiale audio. Altri interventi possono essere fatti per creare degli effetti particolari, ma meno il segnale binaurale viene trattato e meglio è, specialmente se si vuole preservare la naturalezza timbrica della ripresa.
L’editing del ‘taglia e incolla’ è delicato se nella ripresa c’è del riverbero naturale, mentre risulta fattibile in caso di ripresa in ambiente asciutto.

Riprese di chitarra
Sono state realizzate in particolare diverse registrazioni audio3D/video di chitarre acustiche e classiche, cui abbiamo partecipato io, Gianluca Lescarini, Mirko Valle e Giampiero Gueli. L’obiettivo è stato quello di ottenere un suono potente e naturale.
Alcuni esempi si posso ascoltare a questi link:
https://youtu.be/GgLtsXG1dhE
https://youtu.be/urcn80DE60c
https://youtu.be/DxPs3BayfzQ
https://youtu.be/pRn8uM7ICTQ
https://youtu.be/yN4lzwl4sCg
https://youtu.be/sDj75g9xaBA

Il microfono è stato posizionato proprio davanti la buca della chitarra, per avere un suono centrato e spazializzare a sinistra e destra i colpi percussivi. In cuffia è possibile apprezzarne tutte le sfumature e, chiudendo gli occhi, si ha la sensazione di avere il chitarrista proprio davanti a noi.

Le applicazioni storiche e quelle del futuro
Le applicazioni dell’innovativo audio 3D sono innumerevoli: contenuti web, Ep, videoclip, trailer, cortometraggi, audiolibri, audioguide, effetti sonori, riversamenti. Nel settore pubblicitario, in particolare, il sistema può essere impiegato per rendere lo spot una vera e propria esperienza sensoriale. L’ultimo progetto al quale Franko Russo e Stefano Arciero stanno lavorando riguarda inoltre le ‘visualizzazioni’ in ambito medico-scientifico.
Un’applicazione dell’audio binaurale a cui Arciero tiene particolarmente è quella di poter trasmettere concerti e spettacoli in streaming audio 3D, per dare all’ascoltatore da casa la sensazione di essere dentro la scesa sonora, tra il pubblico. È tecnicamente possibile trasmettere l’audio binaurale, che viaggia su due soli canali L ed R, dai teatri o – come già sperimentato per la trasmissione Roxy Bar di Red Ronnie, dagli studi televisivi.
Come dichiarato dall’AES (Audio Engineering Society), l’ascolto binaurale è in rapida crescita grazie alle crescenti vendite di smartphone, per cui oggi tutti noi abbiamo almeno una cuffietta stereo a portata di orecchie.

Gavino Loche
Info: Vs3D – Viaggi sonori 3D
mobile +39 339 6063751
www.vs3d.it
www.facebook.com/viaggisonori3Daudio

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