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Conosco da tempo Alberto, un ‘bravo fiol’ veneziano con una grande passione per la chitarra, che suona veramente bene, con inventiva e una grande pulizia di suono. Il suo nuovo lavoro, Wind Bells, ha un’impostazione un po’ inconsueta, ma denota un grande sforzo produttivo e un grande amore per la sua città. Il book è molto corposo, consiste addirittura di 52 pagine, piene di foto e di spartiti. Gli spartiti dei brani con pentagramma e tablatura sono stati concepiti e scritti con estrema cura in termini di chiarezza e simbologia grafica, in modo da arrivare a una scrittura che potesse contemplare tutte le informazioni possibili senza essere al tempo stesso ridondante, come lui stesso ci spiega. Veniamo ai brani: “Venice Bells” è un pezzo veramente bello, con un arrangiamento di archi molto sensibile. Quindi trovo “Wind Bells” in Re aperto, un pezzo molto americano: ricorda ampi spazi battuti dal vento. “Blue Bells” diventa intenso, penetrante, e sembra uscito da uno dei primi dischi di David Crosby: la più bella pagina musicale del disco. “Highlands Bells” sembra proprio arrivare da un paese celtico come la Scozia o l’Irlanda, una appassionante giga in terzinato. A terminare il viaggio Alberto ci riserva una ghost track con sciabordio di laguna e arpeggio finale di notevole fattura. I brani sono stati composti cercando di mantenere il suo stile che definisce creative strumming ma, al tempo stesso, cercando una naturale evoluzione del suo percorso compositivo, tecnico e musicale.
Personalmente avrei preferito qualcosa di un po’ meno autoreferenziale dal punto di vista fotografico e più corposo dal punto di vista compositivo e musicale, in quanto il lavoro contiene ben sedici pagine di foto in formato A4 e solo quattro brani. Date la sue perizia e musicalità avrei preferito di sicuro il contrario. Le foto sono belle, niente da dire, e nella maggior parte ritraggono l’autore che passeggia o si mette in posa con una bella ragazza in ponti, portici, campi e campielli di una Venezia come sempre bellissima e struggente. Immagino che tutto ciò sia scaturito da un grande sforzo produttivo e da una grande, positiva buona fede artistica. Quindi, Alberto, al prossimo album!
Alberto Grollo