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Dylan Fowler – A Passionate LandscapeAcoustic Music Records

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(di Carlo De Nonno) – Dylan Fowler è un «mago dei nostri giorni». Volentieri riprendiamo questa definizione, presente nel comunicato stampa che accompagna il CD, perché ci sembra che, una volta tanto, l’iperbole celebrativa si adatti perfettamente alla personalità e alle doti di questo straordinario compositore e polistrumentista. La sua magia non si estrinseca solo nella perizia esecutiva (in primis chitarra acustica ma anche piano, mandoloncello, lap steel, tamburo tabwrdd) senz’altro notevole, ma soprattutto nella capacità di creare composizioni nelle quali l’ascoltatore viene accompagnato, impercettibilmente, da atmosfere permeate di ipnotiche sonorità celtiche a inquietudini balcaniche e orientali e a rarefatti scenari jazzati.
Questo CD è un tributo di Fowler al Galles, il suo paese, del quale canta l’appassionato paesaggio in undici brani, sia da solista che in ensemble (e che ensemble: contrabbasso, oud, percussioni, viola tenore, violoncello, violino, kantele, cimbali, chitarra classica, quest’ultima suonata dal nostro Giorgio Mirto), di grande effetto evocativo e ricchi di echi multietnici. Lo stesso Fowler racconta la nascita dell’idea germinale di questo lavoro: un indiano autoctono del Canada, dopo un suo concerto a Nanaimo nell’Isola di Vancouver, lo aveva avvicinato per dirgli che, dalla sua musica, sapeva da che paese veniva. Abbastanza da scatenare tutto l’amore e il senso di appartenenza di Dylan.
I brani sono da ascoltare e non si possono descrivere, ma non si possono neanche comprendere e apprezzare se non ci si cala senza troppi schermi critici in queste visioni struggenti di terre, cieli, albe, amori, storie, leggende… Chi scrive si è emozionato per la grande apertura melodica di “Y Nawfed Don”, per gli impulsi ritmici di “Three Snake Leaves”, per le dissonanze trasfigurate in cupo jazz di “Tears”, per la notevole prova solista in “Dawns Timo”.
Da rilevare: nei ringraziamenti, per il supporto e l’incoraggiamento, è citato Peter Finger, naturalmente. Chapeau.

PUBBLICATO
Chitarra Acustica, 7/2013, pp. 16-17

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