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È un arrivederci o un addio? La Musikmesse di Francoforte

(di Reno Brandoni) – Cosa c’era quest’anno alla Musikmesse? Sicuramente nessuna novità. Anzi, c’era una novità: la fiera era sempre aperta al pubblico – e non solo agli adetti ai lavori – e si è chiusa la domenica, e non il canonico sabato. Gli espositori erano 1080, contro i 1300 dello scorso anno. Pochi gli americani, sempre di più i cinesi.

0_AperturaE il sabato, che era storicamente il giorno più incasinato della manifestazione, l’unico che era aperto al pubblico, si poteva tranquillamente trovare un posto dove andare a mangiare, cosa impossibile negli anni passati per via della folla. In poche parole, nonostante qualcuno abbia confermato le cifre di business delle edizioni precedenti, molta delusione per una fiera che ha perso il suo smalto, trasformandosi in un evento più nazionale che internazionale, senza però essere riuscita ancora a conquistare il pubblico locale in modo da giustificare la rivoluzionaria scelta. Per esempio, la zona Business meets Business, che doveva essere un’area quieta e riservata, con espositori del calibro della Eko e della Elixir, la domenica era completamente deserta. Ho provato a tastare il polso della situazione anche confrontandomi con ‘attori’ locali, come il nostro amico Peter Finger, anche lui deluso dalla nuova formula e dalla partecipazione.

1_Lo-stand-Eko

Proviamo a ripercorrere con ordine i fatti. I padiglioni della Musikmesse sono stati spostati alle vecchie hall 8 e 9, lasciando gli spazi maggiori alla fiera Prolight + Sound. Questo declassamento, con premiazione invece del settore audio e luci, ha creato non pochi malumori per una questione di principio, in ragione del non riconoscimento di un giusto interesse nei confrondi del nostro mondo lavorativo. Evidentemente le cifre continuano a scendere e l’ambito musicale, sempre di più, perde di interesse e di attrattiva nella prospettiva delle grandi manifestazioni. La stessa dirigenza della fiera ci confessava che altri eventi si presentano molto più interessanti dal punto di vista finanziario e di attrattiva, e quindi di partecipazione sia da parte degli espositori che degli addetti ai lavori. Purtroppo bisogna fare i conti con i numeri, e – anche se la nostra passione è grande – dobbiamo arrenderci a un mercato in crisi, che nonostante le promesse continua a galleggiare a fatica.

Il punto di incontro per tutti gli ‘italiani’ è sicuramente lo stand delle corde Galli, non soltanto per la simpatia e l’accoglienza – e la presenza di una macchina da caffè ‘seria’ nel camerino – ma anche per la felice posizione in cui si trovava il loro stand, proprio all’ingresso della hall 8. Impossibile non vederlo.

2_Tutti-alla-GalliCosì, involontariamente ma piacevolmente, è diventato il nostro quartier generale per questi giorni di fiera.
Gavino Loche ha arricchito lo spazio espositivo della famiglia Galli con alcuni interventi chitarristici, che hanno fatto di quello stand un momento di viva aggregazione. Lo stesso Gavino si è riproposto con un intervento musicale presso la Lakewood, attirando come sempre un pubblico numeroso a conferma dell’interesse per la sua musica e la sua tecnica evoluta.

3_Gavino-Loche-suona-allo-stand-Lakewood
Gavino Loche

Altri due stand particolarmente visitati sono stati quelli dei due antagonisti del suono acustico amplificato, la Acus e la Schertler / SR. Gli amplificatori dell’una e dell’altra tuonavano con le esibizioni del Bruskers Guitar Duo per la Acus e di RafQu per la Schertler. Sicuramente entrambe si presentano ormai con progetti e prodotti rodati e altamente performanti. La Schertler ha presentato anche Arthur, un nuovo mixer modulare che permette di combinare diverse unità scegliendo il numero di moduli audio, master, strumento che si desiderano. Una innovazione e una rivoluzione veramente significativa nel campo dell’audio… ecco, avevo detto in apertura che non c’era nessuna novità, però mi sbagliavo! Di questo annuncio torneremo a parlare a giugno, quando il prodotto sarà disponibile e potremo provarlo in redazione, insieme anche ai nuovi preamplificatori microfonici Yellow Mic 500.
Tra tante chitarre e suoni, viene subito la voglia di visitare lo stand delle Edizioni Curci, che distribuiscono i nostri manuali, per controllare lo status del nuovo prodotto realizzato in coproduzione: l’audiolibro Django. La leggenda del plettro d’oro. La stessa direttrice editoriale Laura Moro, un po’ scettica all’inizio quando avevo proposto il lavoro, ne parla oggi in maniera entusiastica raccontando interesse e curiosità da parte degli addetti ai lavori, in particolare grazie ai bellissimi disegni di Chiara Di Vivona. A breve seguiranno nuove sorprese.

5_Con-Laura-Moro-delle-Edizioni-Curci
Reno Brandoni e Laura Moro delle Edizioni Curci

Si passa ora alla Music Sales, che ha incorporato il catalogo Carisch, giusto per salutare qualche vecchio amico e imbattersi in Roberto Fabbri, che oltre a presentare i suoi manuali promuove giustamente il suo Fiuggi Guitar Festival di fine luglio.
L’incontro con Peter Finger è d’obbligo e approfitto per presentargli Gavino, il quale ha ‘follemente’ riproposto la complicatissima “Getaway” del fuoriclasse tedesco.
La pausa pranzo è deludente. Optiamo per un piatto di pasta semplice, dimenticando che siamo in Germania e l’espressione ‘al dente’ probabilmente è sconosciuta. Devo dire che anche la locuzione ‘salsa di pomodoro’ è sulla buona via, tant’è che qualcuno preferisce – per sopravvivere – ritornare al più sano e sicuro olio e formaggio ed evitare di visitare realtà inesplorabili.
Cerco di trovare qualcosa che attiri l’attenzione e così salto al padiglione 11, dove ci sono quelli ‘cattivi’ che infilano jack dappertutto.

Gli effetti della Mooer
Gli effetti della Mooer

Oltre alla bella esposizione della Mooer, di cui avremo modo di parlare essendo in corso una prova di pedalini di questo marchio, incontro una giovane cinese che mi ammalia con i dépliant del suo progetto: parliamo di Hotone, una serie di nuovi effetti per chitarra dalle dimensioni minuscole, ma che hanno la caratteristica di poter essere caricati via Bluetooth su una unità, in modo da avere a portata di mano un solo oggetto e aggiornarlo con i vari effetti man mano che se ne presenta la necessità. Sono molto curioso di provarli per verificarne la qualità. Il prodotto è nuovo ma ha già un distributore italiano, la Gold Music, con cui Ari (questo è il nome della simpatica rappresentante) mi mette subito in contatto, promettendo che a breve ci farà avere un prodotto per la prova.

Ari e i pedalini della Hotone
Ari e i pedalini della Hotone

Il giro si fa un po’ noioso tra pretzel, profumo di birra e panini con i würstel. Un salto allo stand della Mayson, di cui abbiamo provato due modelli di chitarre nel numero di marzo, mi permette di prendere contatti con questo marchio che sembra muoversi con grande energia.

La Mayson
La Mayson

Poi, niente. Vincenzo Arizza, direttore vendite della Curci, mi propone due palleggi a tennis visto lo spazio libero nel padiglione: la domenica proprio non ha attirato nessuno. Io replico proponendo una partita a bocce, essendo portato per gli sport tranquilli. Rinunciamo, nell’attesa che arrivino le 19 e la grande kermesse germanica chiuda i battenti. Molti dichiarano che, se viene mantenuta questa formula, non ci saranno il prossimo anno. Altri dicono che non puoi non esserci, trattandosi dell’unica fiera di settore in Europa. Ma, tutto sommato, basta aspettare e vedere.

Il Bruskers Guitar Duo e i pretzel
Il Bruskers Guitar Duo e i pretzel

Arrivederci Francoforte, o forse, addio? Non vorremmo dover dire, insieme a Bob Dylan, «but goodbye’s too good a word, gal, so I’ll just say fare thee well»…

Reno Brandoni

 

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