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Festival bagnato, festival fortunato – Un Paese a Sei Corde (2)

(di Patrizia Mattioli e Mauro Gattoni) – Il mese di luglio ha visto Un Paese a Sei Corde salire fino a Vogogna, antico e bellissimo borgo all’ingresso della Val d’Ossola, dove, sotto il portico del Palazzo Pretorio, hanno suonato i Lelùc Acoustic, duo partenopeo formato da Luciano Saiano e Raffaele Garramone.

Leluc Acoustic
Lelùc Acoustic

Ma se state pensando al classico duo di chitarristi napoletani, festaioli, coinvolgenti e un po’ chiassosi, siete ben lontani dallo spettacolo che i nostri musicisti hanno offerto a Vogogna, fatto di arrangiamenti e composizioni originali accompagnati dalle immagini del fotografo Massimo Cacciapuoti; spettacolo che si è rivelato in realtà molto asciutto e misurato, assolutamente adatto alla fresca serata di montagna.

Micki Piperno
Micki Piperno

La sera successiva, domenica, non sembrava certo di essere al 6 di luglio, col brutto tempo che ha costretto Micki Piperno a suonare all’interno della sala Nostr@domus, anziché sul meraviglioso sagrato della chiesa parrocchiale di Baveno. Grande il successo per il chitarrista romano che, con le sue smorfie buffe e la sua grande musica, ha intrattenuto il pubblico sulle note di splendide rivisitazioni di pezzi celebri e bellissime composizioni originali. Di grande interesse il suo personale omaggio alla Carmen di Bizet, con cui ha dimostrato la sua poliedricità: non una semplice trascrizione per chitarra acustica, ma tre piccoli brani scritti ispirandosi allo studio della partitura dell’opera.

Tatè Nsongan e Les Nson’Girls
Tatè Nsongan e Les Nson’Girls

La pioggia battente di sabato 12 luglio ci ha negato il concerto nel parco del Forum di Omegna, sul lago d’Orta, per portarci all’interno del circolo ARCI Ferraris, lì accanto. Una grande sala appartata, che presto si è riempita di gente per uno spettacolo unico e originalissimo che ha avuto come protagonisti Tatè Nsongan e Les Nson’Girls. Cosa è stato a spingere gli organizzatori a richiamare l’artista camerunense dopo il grande successo del suo incredibile concerto di un anno fa? I titoli dei brani eseguiti sono gli stessi, ma la novità sta nel nuovo, meraviglioso progetto con cui il nostro, insieme alle quattro musiciste europee, ha saputo reinventare la tradizione di due continenti traendone uno spettacolo multiculturale di grande impatto. Grazie al lavoro certosino e all’inventiva della violoncellista Paola Torsi, a cui va il merito di aver fatto gli arrangiamenti e le trascrizioni per viola, violino e violoncello, la sua musica ha preso la forma di un raffinato concerto da camera in salsa africana. Margherita de Palmas e Datca Ayben Soytuna al violino, Alessandra Gervasio alla viola e Paola Torsi al violoncello, raffinate nei loro abiti neri, hanno affiancato sul palco un Tatè elegantissimo nel suo completo chiaro, che, col suo sorriso sornione, sembrava pregustare lo stupore che di lì a poco si sarebbe dipinto sulle facce del pubblico. Tale è stato l’effetto dell’inizio ‘vivaldiano’ di un brano tanto distante culturalmente come “Mama Africa” (dedicato a Miriam Makeba, con cui Tatè ha collaborato in passato), dove la chitarra e la voce del musicista camerunense si sono inserite magnificamente e con la giusta misura. Il perfetto equilibrio tra generi e stili ha caratterizzato tutto il concerto, che ha mantenuto come filo conduttore il viaggio dei poveri migranti, partiti alla ricerca della libertà e finiti a ingrossare le fila dei nuovi schiavi; e si è sviluppato senza dimenticare momenti di puro divertimento, fra gli applausi di un pubblico estasiato e divertito il quale, sicuramente, non si aspettava di assistere a uno spettacolo di tale livello, che non avrebbe certo sfigurato su palchi ben più blasonati di questo. Davvero un’esperienza imperdibile.

Duo Suonovivo
Duo Suonovivo

E arriviamo a sabato 20 luglio, data in cui ci si sarebbe aspettati un caldo torrido e invece… Per il secondo anno consecutivo, l’esibizione del Duo Suonovivo, alias Massimiliano Alloisio alla chitarra e Loris Stefanuto alle percussioni, è stata foriera di pioggia. Questa volta, poi, sembrava che il loro concerto fosse una vera e propria ‘danza della pioggia’, capace di attirare addirittura una tempesta sull’antico Palazzotto che domina la piazza di Orta, con tanto di grandine e raffiche di vento in grado di sferzare di pioggia ogni angolo del portico sotto al quale il concerto si stava svolgendo, in un tripudio di tuoni e lampi. Peccato, perché i due erano riusciti a trasformare una serata grigia in una festa di note capace di attirare l’attenzione dei turisti a spasso per la piazza e rimasti fino all’ultimo, anche quando la pioggia ha cominciato a cadere e poi a farsi sempre più forte, appiattiti magari contro i muri, sotto i cornicioni, pur di non perdersi nulla di questo spettacolo. A un tratto, però, la pioggia ha cominciato a innaffiare pericolosamente cavi, microfoni, mixer, oltre che tecnici e palco, consigliando gli organizzatori di invitare i musicisti a interrompere il concerto. Ma i due, carichi di adrenalina, non ne hanno voluto sapere, continuando imperterriti a suonare fino a un finale piuttosto melodrammatico; non per tutti: non per la turista francese d’antan che, sgattaiolata sul palco, ha intonato felice una canzone in onore della pioggia prima che i tecnici, fradici fino al midollo, riuscissero a staccare definitivamente le luci. Bonne nuit.

Manuel Buda e Giulio Nenna
Manuel Buda e Giulio Nenna

Nemmeno l’ultimo sabato di luglio ha potuto contare sul clima estivo e, allora, niente Villa Nigra, ma una delle più grandi chiese del novarese, quella parrocchiale di S. Rocco che svetta al centro di Miasino come un gigante buono, per il fantastico duo formato da Manuel Buda e Giulio Nenna. La fama e il bel ricordo della prima esibizione dei due musicisti hanno fatto salire fin quassù un sacco di gente che, in allegra processione, si è inerpicata fra le stradine del borgo per raggiungere il luogo del concerto. E le aspettative non sono state deluse. Con il loro repertorio così trasversalmente imperniato sulla musica dell’area mediterranea, un po’ flamenca, un po’ klezmer e un po’ napoletana, che tanta influenza ha avuto anche sulle loro composizioni originali, i due hanno saputo offrire uno spettacolo di altissimo livello. E, non paghi di aver incantato i presenti col festoso raffinato virtuosismo del rincorrersi delle note tra le mani dell’uno e dell’altro, Manuel e Giulio hanno anche chiamato sul palco la violoncellista Bruna di Virgilio per farci ascoltare un paio di brani assolutamente inusuali e straordinari, che ci hanno portato aria di Portogallo e profumi indiani. E i loro sorrisi contagiosi hanno fatto il resto. Grande e meritatissimo il successo riscosso dai nostri giovani amici.

Patrizia Mattioli & Mauro Gattoni

Festival bagnato, festival fortunato – Un Paese a Sei Corde (1)

PUBBLICATO
Chitarra Acustica, 12/2014, pp,18-27

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