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Imparare e insegnare

Imparare e insegnare

Qualche anno fa, anzi… molti anni fa, quasi all’avvio dell’avventuroso viaggio con Fingerpicking.net, decidemmo con Giovanni Pelosi di pubblicare un doppio CD che raccogliesse le esecuzioni e le composizioni dei nostri amici chitarristi. Devo confessare che buona parte del lavoro, almeno la più impegnativa, fu assolta da Giovanni stesso, che ascoltò con pazienza tutte le proposte pervenute. Ci fermammo a 36, da qui il titolo del doppio album, 36 – The Fingerpicking.net Sampler. Ma, come potete immaginare, il volume delle spedizioni e dei brani da ascoltare fu ben più elevato.

Giovanni svolse il suo compito con certosina pazienza, ascoltando con attenzione ogni brano e rispondendo a ciascuno, sia in caso di esito positivo che negativo. Io, per fortuna, fui sollevato da tale incombenza, ricevendo solo i brani selezionati e preoccupandomi della realizzazione fisica del doppio CD.

Non seppi mai il numero esatto dei partecipanti né, nel dettaglio, i commenti dispensati da Giovanni. Solo di un caso mi volle rendere partecipe: era l’email di un giovane chitarrista, di cui ignoro il nome, che aveva deciso di privarsi di una meravigliosa (a suo dire) suite per chitarra di nove minuti. Tale sacrificio era stato indotto dal desiderio di omaggiarci, visto che – a suo parere – eravamo meritevoli di ogni possibile ossequio e riconoscenza per il lavoro che stavamo svolgendo. È inutile entrare nei dettagli della composizione, che brevemente vi descriverò come un lungo arpeggio, molto evocativo a parere dell’autore, ma – a parere dell’ascoltatore – noioso e senza una precisa logica compositiva. Era un semplice esempio di armonia che il nostro strumento, per sua natura, dispensa gratuitamente a chiunque le appoggi le mani sopra e osi utilizzare un’accordatura aperta. Gli suggerimmo, di comune accordo con Giovanni, di tenere per sé quella preziosa composizione e di provare a inviarci qualcosa di meno pregiato e di un po’ più breve. Non ricevemmo risposta. Probabilmente il nostro interlocutore aveva deciso di sospendere la conversazione, non ritenendoci all’altezza di tale opera d’arte e di tale generoso gesto, e revisionando il suo rating nei nostri confronti, declassandolo da cinque stelle a una stella.

Forse quel giorno si celebrava l’avvio della generazione social, del ‘copia e incolla’, delle montagne di parole, che riempiono le pagine senza nessuna consistenza e senza che l’autore si renda ben conto di cosa sia nesso logico, punteggiatura, fondatezza di un argomento.

Nella nuova epoca il ‘tema’, per ritornare in campo musicale, diventa opzione, spesso occasione di contrasto, in quanto evidenzia un tentativo di ostentazione da parte dell’autore. Conoscenza, competenza ed esperienza devono essere bandite a favore della genuinità dell’espressione, che deve appartenere a tutti e non soltanto a pochi eletti, seguendo il teorema che l’istinto ci salverà dal potere della cultura, inutile e pretenziosa. Tanto c’è YouTube.

Quand’ero ragazzo, forse appena quattordicenne (ma è vero, erano altri tempi), era quasi una vergogna andare al bar per incontrare gli amici senza aver prima letto qualche pagina del Capitale di Marx. Per essere graditi, bisognava conoscere quei due o tre volumetti di Kafka, Hesse, Steinbeck (La metamorfosi, Siddharta, Pian della tortilla, Uomini e topi…), che rappresentavano il minimo lasciapassare per le conversazioni più amene. Forse era eccessivo, forse era realmente solo ostentazione, ma ricordo con nostalgia i lunghi pomeriggi passati in casa immerso nella lettura. All’epoca, parliamo del secolo scorso, il libro andava letto per intero e non c’erano le app o il Web a proporre riassunti, permettendoti di accedere a trama e contenuti schematizzando gli elementi essenziali per la discussione.

Quella lunga suite di nove minuti di tanti anni fa oggi mi fa riflettere: era probabilmente un segnale che non avevo colto. Non avevo intuito la ‘deviazione’, che avrebbe aperto una nuova pagina nella nostra storia e avrebbe concesso a chiunque di imparare e insegnare allo stesso tempo. Come molti di voi spero sapranno, le due cose non sono necessariamente consequenziali… Anzi, tutt’altro.

Penso che per questo mese basti così… e siamo solo a febbraio. Iniziamo bene.

Buon fingerpicking!

Reno Brandoni

Chitarra Acustica Febbraio 2021

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