Con la disponibilità e l’umiltà dei grandi si annuncia con un «non esitate»… Il cantante, autore e chitarrista Raul Midón, presenta il suo nuovo album intitolato Don’t Hesitate, ultimo capitolo di una carriera discografica che lo ha visto raccogliere consensi di pubblico e critica un po’ in tutto il mondo: è stato descritto come un «one man band che trasforma una chitarra in un’orchestra e la sua voce in un coro». Cieco fin dalla nascita, avvenuta nelle zone rurali di Embudo nel Nuovo Messico, di madre afroamericana e padre argentino, Midón è cresciuto circondato dalla musica grazie anche alla variegata collezione di dischi del padre. Dopo aver frequentato l’Università di Miami, Raul è entrato a far parte della scena musicale della città, guadagnando presto popolarità e iniziando a collaborare come corista con prestigiosi artisti latinoamericani come Julio ed Enrique Iglesias, Shakira, José Feliciano e Alejandro Sanz. Nel 2002 si è trasferito a New York per concentrarsi sulla sua carriera da solista. Lì la sua fama è continuata a crescere, finché non ha attirato l’attenzione del leggendario produttore Arif Mardin, che lo ha messo sotto contratto e gli ha fatto pubblicare per la Capitol l’album State of Mind, che ha cominciato a farlo conoscere all’estero.
Il suo stile chitarristico unisce flamenco, folk e jazz. Presenta un utilizzo molto personale della mano destra con cui egli imprime alle corde un’energia percussiva davvero efficace, che alterna a passaggi armonici e contrappunti sui bassi dal grande impatto ‘orchestrale’. La sua voce è l’altro elemento di forza comunicativa, che sa piegare alle molte esigenze espressive richieste dal suo songwriting, andando da quella piena al falsetto e al superacuto con estrema naturalezza, compresa la tecnica del mouth trumpet, la capacità di imitare alla perfezione con la bocca il suono e il fraseggio di una tromba! Con questo bagaglio di talenti, Midón si è conquistato la stima non solo di numerosi fan, ma anche di molti colleghi in diversi generi musicali, arrivando a collaborare tra gli altri con Herbie Hancock, Bill Withers, Stevie Wonder, Jason Mraz, Queen Latifah e Snoop Dogg.
Questo album propone tredici brani originali e una cover, in cui si miscelano sonorità rhythm & blues, jazz, folk e latine. Le sue doti di polistrumentista – suona chitarre acustiche ed elettriche, charango, basso, percussioni varie, piano e tutte le voci – gli hanno consentito di prendere pieno controllo di tutte le fasi della produzione, registrando i brani nel suo studio casalingo e suonando appunto la maggior parte degli strumenti. Alle registrazioni ha voluto comunque dare un tocco in più, peraltro molto ben dosato, chiamando a parteciparvi ospiti di notevole caratura come le cantanti Dianne Reeves e Lizz Wright, rispettivamente su “Make It Better” e “Keep Holding On”, i bassisti Marcus Miller e Richard Bona su “Mi amigo cubano” e “If You Want Me To”. L’ultimo pezzo, assolutamente sorprendente, è un suo omaggio agli Who di Pete Townshend, quella “I Can See For Miles” tratta da The Who Sell Out del 1967. Qui Raul attinge alla chitarra flamenco – che peraltro è stata ed è una passione anche dello stesso Townshend – grazie alla quale costruisce l’ossatura dell’arrangiamento strumentale su cui dispiega una linea vocale superba, arricchita nel ritornello dalle armonie vocali realizzate sovraincidendo le varie parti.
Un bel disco, pieno di stimoli musicali, realizzato da un chitarrista… che canta.
Gabriele Longo
Chitarra Acustica, n.03/2015, p,16