Squilibri
‘Cittadina del mondo’ è forse la definizione che, se pure strausata, meglio definisce Sylvie Genovese, nata in Francia dove ha studiato con Alberto Ponce, per poi trasferirsi in Bolivia e quindi a Roma, dove insegna presso la Scuola Popolare di Musica del Testaccio. Corde Migranti è il suo nuovo disco, dopo Altérations realizzato nel 2002 per la Nota.
L’atteggiamento musicale e l’impostazione canora ci riportano subito in Francia tra i più famosi chansonnier, ma anche alle cantanti sudamericane che abbiamo amato, Mercedes Sosa, Violeta Parra, Elis Regina. La scelta è di accompagnarsi da sola alla chitarra, che suona magistralmente con atteggiamento classico, ma il suo modo di utilizzare lo strumento non è definibile come ‘da accompagnamento’, avendo un suo percorso quasi autonomo negli arrangiamenti e nelle trascrizioni. Una canzone nella canzone.
Composizioni originali con altre più famose di Atahualpa Yupanqui, Georges Brassens, Leon Gieco, brani contemporanei o del ’500, come il sonetto di Louise Labé musicato dalla stessa Genovese. Registrato dal vivo al Théatre du Crochetan in Svizzera, risente pienamente di un’atmosfera teatrale, che rende l’ascoltatore presente all’esibizione. Ascoltando il disco sembra quasi di essere lì e vedere l’espressione e i movimenti facciali di Sylvie mentre canta “Alfonsina y el mar”.
Fabio Lossani