Anche la quindicesima edizione dell’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, dal 23 al 27 maggio, ha presentato un cartellone ricchissimo di eventi e di artisti, che è stato occasione di numerosi incontri felici e ci ha permesso di raccogliere un buon numero di interviste di grande interesse. Cercheremo di spalmarle tra questo e i prossimi numeri, a cominciare dalla lunga chiacchierata con David Bromberg e Mark Cosgrove, che troverete più avanti. Ricordiamo intanto brevemente, in questo articolo introduttivo, la cronaca dei tre principali concerti serali della manifestazione.
Giovedì 24 maggio
Si inizia in anticipo per dare spazio al concorso New Sounds of Acoustic Music, oggi sottotitolato “Premio Carisch – in memoria di Stefano Rosso”, che è giunto alla sua decima edizione per la categoria dei chitarristi solisti e alla quarta edizione per i cantautori-chitarristi. E si tratta di un’edizione particolarmente felice, con un livello dei partecipanti quantomai elevato. Tra i chitarristi sembra meno abusato l’impiego delle nuove tecniche più spettacolari, perlomeno nei loro aspetti più tecnistici e muscolari, mentre prevalgono forme di fingerstyle più concentrate sugli aspetti compositivi. Tra i cantautori comincia a manifestarsi con più evidenza quella caratteristica che costituisce l’obiettivo principale di questo tipo di selezione: la capacità di unire, alla qualità di testi significativi, anche la qualità complessiva della performance musicale. Seppure con difficoltà, la giuria è riuscita a designare due vincitori meritevoli: il chitarrista Matteo Crugnola, di cui sono stati apprezzati la sobrietà e il rigore di un’impostazione altamente professionale; e il cantautore Daniele Li Bassi, per lo spiccato senso dello spettacolo e per l’ironia e l’aderenza all’attualità presenti nei suoi testi.

Anche se si pone come un antipasto delle fasi salienti del Meeting, che iniziano il venerdì mattina con l’apertura dell’esposizione, il concerto serale del giovedì si è rivelato ben costruito, vario e di notevole interesse. L’apertura è spettata al chitarrista vincitore del Premio Carisch dell’anno scorso, Lorenzo Favero, e ha fatto piacere constatare come quel successo abbia contribuito a infondere in lui la forte determinazione a progredire e portare avanti la propria carriera musicale. È seguito un Franco Morone in splendida forma, che ha snocciolato i cavalli di battaglia della sua storia musicale con una grande concentrazione sull’interpretazione. Del resto, nel suo nuovo disco Back to My Best, ha reinciso e reinterpretato il meglio del suo repertorio, dimostrando tutta la sua ansia di perfezione – da pregevole artista qual è – nel portare al limite estremo la sua peculiare abilità nel variare, abbellire e decorare tutte le musiche che suona. Kiko Loureiro è una star del progressive metal brasiliano, leader degli Angra e protagonista di album a suo nome. Ciò nonostante, con notevole umiltà e dedizione, ha deciso di sviluppare anche un progetto acustico ispirato alla grande tradizione chitarristica della música popular brasileira. A Sarzana ha suonato brani originali e rielaborazioni di classici brasiliani con una chitarra classica di liuteria tedesca, una Achim-Peter Gropius, amplificata con il solo microfono: un progetto di forte rigore. Ha concluso degnamente la serata Don Ross, caposcuola del nuovo chitarrismo CandyRat, con il suo suono potente e il suo amore sempre più spiccato per le ritmiche funk, alle prese con brani dal nuovo CD The Upright and Locked Position.
Venerdì 25 maggio
È una sera di blues. Introducono i Dago Red, sempre suggestivi con la voce profonda di Giuseppe Mascitelli, coadiuvato nella nuova formazione dalla complementare voce di Paola Ceroli, e i propri originali arrangiamenti fra tradizione e innovazione. Poi la scena è affidata a Jorma Kaukonen e David Bromberg. Kaukonen da solo, con il suo chitarrismo acustico da blues revival degli anni ’60-70, potrebbe anche non ‘impressionare’ in modo particolare le generazioni più giovani attratte dai virtuosismi contemporanei. Ma va diritta al cuore la classe con cui ripropone e canta quel repertorio così significativo che è il blues tradizionale. Quindi è la volta di Bromberg. È molto più in forma rispetto alla sua prima ‘riapparizione’ di tre anni fa. Si lancia nuovamente in quel suo modo un po’ ‘temerario’ di improvvisare, anche se la mano a volte non è più sicura come una volta, ma si sente la ferma volontà che torni ad esserlo. A sostenerlo, accanto alla moglie Nancy al contrabbasso, c’è anche il bravissimo chitarrista Mark Cosgrove, di stile prevalentemente bluegrass ma non solo. Siamo pronti per il set finale, sul palco salgono i soli Jorma e David. E inizia un lungo, commovente, divertimento. Sono loro i primi a divertirsi: improvvisano la scaletta man mano, si scambiano liberamente gli intermezzi. Sembra di stare di fronte a due zii buoni che se la spassano un mondo.

Sabato 26 maggio
La serata è all’insegna del ‘sociale’ e delle musiche dei popoli. Il Paul Moore’s Musical Medicine Show è una scanzonata rappresentazione musicale degli umori e delle iniziative messe in gioco durante il Meeting nello spazio dell’Ukulele Village, prima fra tutte la promozione del progetto Ukuleles for Peace, un’orchestra fondata da Moore e formata da bambini palestinesi e israeliani che suonano l’ukulele. Segue Joel Rafael che suscita sempre un tuffo al cuore con il suo modo, così evocativo dei suoni e delle vocalità del passato, di riproporre e rinnovare quella linea di confine che unisce Woody Guthrie e il primo Dylan. Bob Brozman da solo si rivela ancora una volta un concentrato di tecnica musicale sopraffina, energia e humour, che sorprende Zucchero Fornaciari e diverte da morire ‘Flaco’ Biondini, entrambi presenti tra il pubblico. È la volta del premio Corde & Voci per Dialogo & Diritti, assegnato quest’anno a Francesco Guccini. Francesco appare affaticato, e il pubblico mostra di rispettare la sua rinuncia a cantare per l’occasione, com’era avvenuto recentemente anche nella trasmissione televisiva Quello che non ho condotta da Fazio e Saviano. Ci penserà quindi Juan Carlos ‘Flaco’ Biondini a interpretare “Il vecchio e il bambino” con il suo trio, insieme al quale proporrà poi un’emozionante fusione acustica tra i repertori del tango e della milonga e il linguaggio jazzistico. Chiude la serata uno degli eventi più interessanti della rassegna: l’incontro fra le ‘chitarre del mondo’ di Bob Brozman e la chitarra battente di Francesco Loccisano, accompagnata dalla voce e le percussioni di Mirco Corapi. Un incontro che è partito da un primo approccio di quest’inverno alla Casa del Jazz di Roma e che si è consolidato qui a Sarzana, ma senza troppa preparazione: tutto si è svolto all’insegna di un’improvvisazione su semplici schemi, come una scala o una tonalità, condotta da Brozman e recepita con prontezza sorprendente dai due bravissimi musicisti calabresi. Un set entusiasmante.

Naturalmente sono stati molti altri gli artisti che hanno avuto occasione di esibirsi nei vari momenti del festival, dalla lunga maratona della giornata di domenica 27 maggio agli Open Mic curati da fingerpicking.net sul palco della Torre, dalle tante dimostrazioni nei diversi stand, sul palco centrale e sul palco liutai ed espositori, ai concertini di benvenuto in Fortezza Firmafede e nel centro storico di Sarzana, fino alle numerose jam estemporanee. In particolare ricordiamo: Enrico Esma, il cantautore vincitore del Premio Carisch dell’anno scorso; il bravissimo Ben Powell, titolare di quel Preliminaries che abbiamo ben recensito sul numero di aprile; Francesco Buzzurro; il latin jazz argentino del Guillermo Terraza Trio; Marcus Eaton, interessantissimo cantautore-chitarrista reclutato da David Crosby per il suo nuovo disco; gli onnipresenti Max De Bernardi & Veronica Sbergia, ai quali si sono uniti in più di un’occasione Davide Facchini & Anita Camarella; Max Prandi & Milena Piazzoli; Andrea Tarquini con gli Acoustic Problem. E tanti tanti altri…
Chitarra Acustica, 7/2012, pp. 30-33Anche la quindicesima edizione dell’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, dal 23 al 27 maggio, ha presentato un cartellone ricchissimo di eventi e di artisti, che è stato occasione di numerosi incontri felici e ci ha permesso di raccogliere un buon numero di interviste di grande interesse. Cercheremo di spalmarle tra questo e i prossimi numeri, a cominciare dalla lunga chiacchierata con David Bromberg e Mark Cosgrove, che troverete più avanti. Ricordiamo intanto brevemente, in questo articolo introduttivo, la cronaca dei tre principali concerti serali della manifestazione.
Giovedì 24 maggio
Si inizia in anticipo per dare spazio al concorso New Sounds of Acoustic Music, oggi sottotitolato “Premio Carisch – in memoria di Stefano Rosso”, che è giunto alla sua decima edizione per la categoria dei chitarristi solisti e alla quarta edizione per i cantautori-chitarristi. E si tratta di un’edizione particolarmente felice, con un livello dei partecipanti quantomai elevato. Tra i chitarristi sembra meno abusato l’impiego delle nuove tecniche più spettacolari, perlomeno nei loro aspetti più tecnistici e muscolari, mentre prevalgono forme di fingerstyle più concentrate sugli aspetti compositivi. Tra i cantautori comincia a manifestarsi con più evidenza quella caratteristica che costituisce l’obiettivo principale di questo tipo di selezione: la capacità di unire, alla qualità di testi significativi, anche la qualità complessiva della performance musicale. Seppure con difficoltà, la giuria è riuscita a designare due vincitori meritevoli: il chitarrista Matteo Crugnola, di cui sono stati apprezzati la sobrietà e il rigore di un’impostazione altamente professionale; e il cantautore Daniele Li Bassi, per lo spiccato senso dello spettacolo e per l’ironia e l’aderenza all’attualità presenti nei suoi testi.

Anche se si pone come un antipasto delle fasi salienti del Meeting, che iniziano il venerdì mattina con l’apertura dell’esposizione, il concerto serale del giovedì si è rivelato ben costruito, vario e di notevole interesse. L’apertura è spettata al chitarrista vincitore del Premio Carisch dell’anno scorso, Lorenzo Favero, e ha fatto piacere constatare come quel successo abbia contribuito a infondere in lui la forte determinazione a progredire e portare avanti la propria carriera musicale. È seguito un Franco Morone in splendida forma, che ha snocciolato i cavalli di battaglia della sua storia musicale con una grande concentrazione sull’interpretazione. Del resto, nel suo nuovo disco Back to My Best, ha reinciso e reinterpretato il meglio del suo repertorio, dimostrando tutta la sua ansia di perfezione – da pregevole artista qual è – nel portare al limite estremo la sua peculiare abilità nel variare, abbellire e decorare tutte le musiche che suona. Kiko Loureiro è una star del progressive metal brasiliano, leader degli Angra e protagonista di album a suo nome. Ciò nonostante, con notevole umiltà e dedizione, ha deciso di sviluppare anche un progetto acustico ispirato alla grande tradizione chitarristica della música popular brasileira. A Sarzana ha suonato brani originali e rielaborazioni di classici brasiliani con una chitarra classica di liuteria tedesca, una Achim-Peter Gropius, amplificata con il solo microfono: un progetto di forte rigore. Ha concluso degnamente la serata Don Ross, caposcuola del nuovo chitarrismo CandyRat, con il suo suono potente e il suo amore sempre più spiccato per le ritmiche funk, alle prese con brani dal nuovo CD The Upright and Locked Position.
Venerdì 25 maggio
È una sera di blues. Introducono i Dago Red, sempre suggestivi con la voce profonda di Giuseppe Mascitelli, coadiuvato nella nuova formazione dalla complementare voce di Paola Ceroli, e i propri originali arrangiamenti fra tradizione e innovazione. Poi la scena è affidata a Jorma Kaukonen e David Bromberg. Kaukonen da solo, con il suo chitarrismo acustico da blues revival degli anni ’60-70, potrebbe anche non ‘impressionare’ in modo particolare le generazioni più giovani attratte dai virtuosismi contemporanei. Ma va diritta al cuore la classe con cui ripropone e canta quel repertorio così significativo che è il blues tradizionale. Quindi è la volta di Bromberg. È molto più in forma rispetto alla sua prima ‘riapparizione’ di tre anni fa. Si lancia nuovamente in quel suo modo un po’ ‘temerario’ di improvvisare, anche se la mano a volte non è più sicura come una volta, ma si sente la ferma volontà che torni ad esserlo. A sostenerlo, accanto alla moglie Nancy al contrabbasso, c’è anche il bravissimo chitarrista Mark Cosgrove, di stile prevalentemente bluegrass ma non solo. Siamo pronti per il set finale, sul palco salgono i soli Jorma e David. E inizia un lungo, commovente, divertimento. Sono loro i primi a divertirsi: improvvisano la scaletta man mano, si scambiano liberamente gli intermezzi. Sembra di stare di fronte a due zii buoni che se la spassano un mondo.

Sabato 26 maggio
La serata è all’insegna del ‘sociale’ e delle musiche dei popoli. Il Paul Moore’s Musical Medicine Show è una scanzonata rappresentazione musicale degli umori e delle iniziative messe in gioco durante il Meeting nello spazio dell’Ukulele Village, prima fra tutte la promozione del progetto Ukuleles for Peace, un’orchestra fondata da Moore e formata da bambini palestinesi e israeliani che suonano l’ukulele. Segue Joel Rafael che suscita sempre un tuffo al cuore con il suo modo, così evocativo dei suoni e delle vocalità del passato, di riproporre e rinnovare quella linea di confine che unisce Woody Guthrie e il primo Dylan. Bob Brozman da solo si rivela ancora una volta un concentrato di tecnica musicale sopraffina, energia e humour, che sorprende Zucchero Fornaciari e diverte da morire ‘Flaco’ Biondini, entrambi presenti tra il pubblico. È la volta del premio Corde & Voci per Dialogo & Diritti, assegnato quest’anno a Francesco Guccini. Francesco appare affaticato, e il pubblico mostra di rispettare la sua rinuncia a cantare per l’occasione, com’era avvenuto recentemente anche nella trasmissione televisiva Quello che non ho condotta da Fazio e Saviano. Ci penserà quindi Juan Carlos ‘Flaco’ Biondini a interpretare “Il vecchio e il bambino” con il suo trio, insieme al quale proporrà poi un’emozionante fusione acustica tra i repertori del tango e della milonga e il linguaggio jazzistico. Chiude la serata uno degli eventi più interessanti della rassegna: l’incontro fra le ‘chitarre del mondo’ di Bob Brozman e la chitarra battente di Francesco Loccisano, accompagnata dalla voce e le percussioni di Mirco Corapi. Un incontro che è partito da un primo approccio di quest’inverno alla Casa del Jazz di Roma e che si è consolidato qui a Sarzana, ma senza troppa preparazione: tutto si è svolto all’insegna di un’improvvisazione su semplici schemi, come una scala o una tonalità, condotta da Brozman e recepita con prontezza sorprendente dai due bravissimi musicisti calabresi. Un set entusiasmante.

Naturalmente sono stati molti altri gli artisti che hanno avuto occasione di esibirsi nei vari momenti del festival, dalla lunga maratona della giornata di domenica 27 maggio agli Open Mic curati da fingerpicking.net sul palco della Torre, dalle tante dimostrazioni nei diversi stand, sul palco centrale e sul palco liutai ed espositori, ai concertini di benvenuto in Fortezza Firmafede e nel centro storico di Sarzana, fino alle numerose jam estemporanee. In particolare ricordiamo: Enrico Esma, il cantautore vincitore del Premio Carisch dell’anno scorso; il bravissimo Ben Powell, titolare di quel Preliminaries che abbiamo ben recensito sul numero di aprile; Francesco Buzzurro; il latin jazz argentino del Guillermo Terraza Trio; Marcus Eaton, interessantissimo cantautore-chitarrista reclutato da David Crosby per il suo nuovo disco; gli onnipresenti Max De Bernardi & Veronica Sbergia, ai quali si sono uniti in più di un’occasione Davide Facchini & Anita Camarella; Max Prandi & Milena Piazzoli; Andrea Tarquini con gli Acoustic Problem. E tanti tanti altri…