Andrea Carpi
L’Italia, e il mondo intero, stanno tentando di riemergere da questa grande paura, da questo immenso dolore. E di ripartire. Alcuni dicono che, dopo questa esperienza epocale, nulla sarà più come prima e ci ritroveremo profondamente cambiati, forse migliorati. Altri sostengono che, passato lo spavento, tutto tornerà come sempre, con i nostri soliti difetti e i nostri errori. Personalmente spero che, con il dovuto realismo, si riesca a cogliere qualche opportunità.
Da questo punto di vista il numero speciale di aprile è stato significativo.
Dopo quasi dieci anni di pubblicazioni, il clima intorno a Chitarra Acustica sembrava correre il rischio di scivolare in ciò che Reno, nel suo editoriale, descrive come ‘distrazione’ e ‘abitudine’: un certo senso di stanca ‘usualità’. Invece la risposta al nostro appello, rivolto a chitarristi, collaboratori e addetti ai lavori, di esprimere liberamente le proprie risposte e i propri sentimenti intorno alla crisi in corso, ha mostrato che la nostra comunità esiste, che ha un
grande bisogno di esprimersi e rivela un sensibile senso di appartenenza.
Rispetto alle ricadute sociali ed economiche della pandemia, il nostro settore della musica, in particolare della musica dal vivo, è tra quelli a maggiore rischio.
Perché è poco protetto, soprattutto nelle sue fasce più deboli, organizzato in modo dispersivo, ancora incapace di trovare una propria unità. Per questo abbiamo voluto aderire all’appello “10 Semplici richieste per la riforma legislativa e la salvaguardia del lavoro degli artisti di Musica, Teatro, Cinema”, lanciato dal musicista e promoter Andrea Lupi, e che potete leggere tra le “Notizie”.
Vi invitiamo a sottoscriverlo, così come a seguire altre importanti iniziative promosse al riguardo da associazioni come il MEI e Note Legali.
Perché il nostro mondo della chitarra acustica è una ‘cosa preziosa’.