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PiorAcoustic – Un nuovo evento in crescita

(di Reno Brandoni) – Se non ci siete mai stati potete anche non crederci – e questa già potrebbe essere una ragione per andarci – ma infilato tra due monti, in mezzo a una natura prepotente, potete trovare uno scudo rosso con all’interno disegnato un gambero da fiume sormontato da un’aquila incoronata: allora siete arrivati a Pioraco, un posto equamente distante da tutto, ma di una bellezza strepitosa.

Il-chiostro-francescanoPreoccupato dal caldo incombente mi informo sul clima, e subito mi raccontano che qui fa freddo undici mesi e fresco un mese… Raccontata così sembrerebbe unavventura da esploratori, mentre in effetti siamo a soli settanta chilometri da Ancona e, seguendo per un lungo tratto una superstrada, si arriva facilmente alla meta.
Come sempre, l’Italia si racconta attraverso le sue ignorate bellezze e l’entusiasmo di pochi, i quali credono ancora che ‘fare’ sia l’unica strada percorribile per cambiare. Però è un ‘fare’ ignorato, trascurato, spesso volontariamente bistrattato o deriso da chi, invece, sa solo trovare in ogni pregio il suo difetto.

Danilo Vecchi
Danilo Vecchi

Così PiorAcoustic, l’avventura intrapresa da Danilo Vecchi, cresce di anno in anno (siamo già al sesto) portando tra quei monti il meglio della musica acustica, in una tre giorni arricchita da seminari ed esposizioni di strumenti musicali. Ne avevo già sentito parlare e quest’anno, all’interno del mio tour estivo per festival, ho avuto modo di prenderne parte.

Mi ripeto forse annoiandovi un po’, ma l’Italia è ricca di posti magnifici, e basta allontanarsi dalle autostrade più note per imbattersi in castelli, palazzi, torri, chiese, chiostri che rappresentano la vera identità del nostro paese. Personalmente sono affascinato da questi incontri, in quanto ti danno la possibilità di vivere un territorio sconosciuto seguendo la tua passione e godendo di spettacoli di grande spessore musicale, ma anche architettonico. Il luogo della manifestazione cattura subito il visitatore: un chiostro dalla bellezza dimenticata, dove pioggia permettendo dovrebbero tenersi i concerti; e al primo piano le sale che ospitano una mostra di chitarre e liuteria di grande livello.

Ce n’è per tutti i gusti. L’abilità del direttore artistico Danilo Vecchi e la collaborazione instancabile del Comune e della Pro Loco di Pioraco fanno il resto. Devo fare subito un apprezzamento allo staff: tutti giovani con entusiasmo da vendere, anzi, per farvi entrare ancor più nel clima e nello spirito… con entusiasmo da regalare! Non mi era mai successo di parcheggiare la macchina e trovare immediatamente qualcuno dei ragazzi pronto a proporsi per dare una mano a scaricare tutto il materiale. È un’attenzione costante che si manifesta continuamente nei tre giorni di festival.

Tra le cose più interessanti ci sono sicuramente le performance serali. Si inizia con Gionni Di Clemente, che ho trovato irresistibile con il suo oud, accompagnato da Mike Rossi e Francesco Savoretti. Poi Renato Gasparini e i gli Agorà, per concludere il primo giorno di festa; e anche se la ‘festa’ è stata bagnata dalla pioggia e si è dovuto ripiegare su un piccolo teatro vicino ai luoghi dell’esposizione, la bellezza del suono, merito di un service competente, ha permesso di godere appieno di ogni sfumatura dell’esecuzione.

Gionni Di Clemente
Gionni Di Clemente
Agorà con Fariselli, Rossi, Di Clemente e Savoretti
Agorà con Fariselli, Rossi, Di Clemente e Savoretti

Il giorno dopo, tutto è ripartito alla grande e gli interventi di Nazzareno Zacconi con Nathaniel Peterson hanno attratto e arricchito la giornata.

Nathaniel Peterson
Nathaniel Peterson

La sera del sabato è stato il turno di Beppe Gambetta e Tim Williams, che ci hanno regalato un concerto indimenticabile, con un Beppe sempre più in forma e pronto ormai a ‘darsi’ al cabaret, con le sue battute che tra un brano e l’altro divertono e coinvolgono il pubblico; l’intervento di Tim invece ha aggiunto un mood blues a tutto lo spettacolo, raccontando buona parte della storia del vecchio Mississippi.

Tim Williams e Beppe Gambetta
Tim Williams e Beppe Gambetta

L’ultima sera, insieme a Nazzareno Zacconi abbiamo avuto modo di proporre il nostro duo, dove il mio blues è stato colorato dalla chitarra, dal dobro e dalla lap steel di ‘Nazza’. A chiusura di tutto, un allegro ed effervescente concerto dei Bluegrass Stuff guidati dal mandolino di Massimo Gatti, con una piccolo nota di merito all’indiscusso talento di Italo Gatti, figlio di Massimo, che al banjo 5 corde ha stupito, nonostante la giovane età, per abilità e gusto.

Nazza-Reno
Nazza-Reno
Bluegrass Stuff
Bluegrass Stuff

Le somme si tirano sempre alla fine e bisogna dare un bel voto sia all’accoglienza, sia ai luoghi, sia alle scelte artistiche degli spettacoli. Sembra che gli sforzi di questi anni stiano iniziando a produrre i loro frutti anche in termini di gradimento e affluenza di pubblico. Maturità e competenza generano sempre, anche se spesso molto lentamente, un crescente apprezzamento da parte di chi è alla ricerca di eventi seri e professionali. E questo festival presenta tutte le caratteristiche necessarie per affermarsi come un appuntamento fisso a cui non mancare.

Reno Brandoni

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