(di Reno Brandoni) – Il mondo è pieno di chitarristi e, se è vero che la chitarra è lo strumento più venduto, vorrà dire che i chitarristi sono i musicisti più numerosi. Questo fa si che spesso l’eccessiva offerta abbassi la qualità e obblighi i tanti contendenti a lottare in esibizioni spettacolari, per farsi notare. Nel tempo, questa tendenza ha messo in secondo piano il contenuto musicale per fare spazio al puro virtuosismo, omologando tutto, aprendo la ‘gara al più bravo’ piuttosto dare spazio al musicista che fa musica.
Come si fa allora a rimettere le cose a posto? Obiettivamente non si può, dovremmo eliminare youtube, ma perderemmo un mezzo di comunicazione strepitoso, che regala tanto nulla, ma se sai scavare puoi godere di un archivio pressoché infinito.
Quando Parole e Dintorni mi ha contattato per presentarmi Renato Caruso, chitarrista, ho avuto un lungo momento di diffidenza, accompagnato dallo sconforto. Pensando alla solita figura emergente che prende la chitarra, diventa musicista e che per prima cosa realizza un CD utile per completare il quarto ripiano del mio scaffale, dove polvere e vuoto si contendono lo spazio.
Valeria ha penato non poco per convincermi a un ascolto più approfondito, purtroppo il pregiudizio, in un momento di superlavoro mi costringe a creare una lista di priorità e non sentivo proprio il bisogno di un emergente ‘chitarrista’. Però alla fine la professionalità e la simpatia dell’ufficio stampa hanno avuto buona presa su di me così, quando il corriere mi ha consegnato il pacchetto con il CD di Renato e del suo libro LA MI RE MI, non ho potuto più mascherare la mia ormai evidente curiosità.
Scopro così che Renato non è un emergente, ma un serio addetto ai lavori, con una carriera musicale/didattica ben nutrita e interessante, composta di innumerevoli talenti.
Partendo dal suo lavoro come docente di chitarra acustica e classica, teoria e solfeggio nell’accademia di Ron, “Una città per cantare” da cinque anni. Ron mi aveva accennato di questa sua scuola in una intervista di qualche mese fa, e quindi l’arrivo di Renato mi fornisce l’opportunità di ritornare sull’argomento e far notare quanto sia importante che musicisti ‘famosi’ dedichino parte della loro energia per aiutare e spronare allo studio le nuove leve. Sarà una coincidenza, ma la musica di Renato ha una struttura da ‘canzone’, si muove come se il ‘canto’ fosse li ad attendere l’attacco, dopo un verso o un ritornello. Forza della suggestione.
Il suo disco “Aram” disegna un percorso che va dalle esperienze ascetiche al romanticismo della belle epoque, senza tralasciare temi etnici e con cadenza popolare, omaggio alla sua terra d’origine che è la Calabria. La creatività e l’esperienza di Caruso suggeriscono addirittura un nuovo stile, questo suo lungo viaggiare tra terre e storie diverse lo porta alla creazione del FuJaBoCla, un acronimo per in indicare una miscela di Funk, Jazz, Bossa e Classica.
Renato è anche laureato in informatica e consulente musicale. Ha pubblicato per “Europa Edizioni” un libro dal titolo “LA MI RE MI”. Il titolo riprende gli accordi della “Canzone del Sole” di Lucio Battisti”, percorso obbligato per qualsiasi chitarrista. Il libro approfondisce un analisi musicale/culturale di personaggi come Alex Britti, Pino Daniele e Lucio Battisti che evidentemente profondamente hanno influenzato la musica di Renato Caruso.
La completezza delle sue competenze si evidenzia anche nella lunga serie di tutorial video sul sito http://www.tutorialitaly.com. Tutorial dedicati alla musica, alla chitarra, all’informatica, confermando la visione globale che ha Renato della musica e la sua passione di divulgatore.
Tanta energia e indiscusse capacità comunicative rendono Renato Caruso un personaggio interessante e denso di espressività, soprattutto quando appoggia le mani sulla chitarra classica.
Ormai, e lo dico con rammarico, è sempre più difficile sopravvivere esclusivamente con l’attività concertistica, bisogna avere competenze manageriali, imprenditoriali e tecniche per creare un insieme di interessi che rendano la musica frutto di una attività, una modalità di vita che trasformi il musicista in un punto di riferimento e Renato ha ben capito tutto questo.