#IOSuONO – 2
Un unico settore, un unico futuro
a cura di Bauli in Piazza
Bauli in Piazza nasce verso fine agosto da una serie di confronti tra alcuni professionisti dell’industria dello spettacolo e degli eventi, sull’analisi che questo settore – che conta complessivamente, in tutte le sue variegate sfaccettature, circa 570.000 addetti e decine di migliaia di aziende – è sempre stato per sua caratteristica molto poco autorappresentato, sia nella sua componente datoriale che in quella dei lavoratori. Esistono tante sigle che rappresentano più o meno piccoli gruppi, magari ben organizzati ed efficienti, ma che non sempre riescono a fare squadra. Inoltre molte componenti non hanno neppure queste piccole rappresentanze.
Se questa disgregazione è dovuta sia alla forma mentis di chi affronta questo lavoro, sia alla oggettiva realtà fatta di tante specificità diverse che poi collaborano in quest’industria, certo nei momenti di necessità mostra tutti i suoi limiti.
In questa fase di crisi per la pandemia da COVID-19, il primo settore ad essere stato bloccato e l’ultimo che verosimilmente ripartirà a fine emergenza è rimasto privo di ascolto da parte delle istituzioni pubbliche, che ancora oggi non lo comprendono a fondo nella sua complessità, e allo stesso tempo non è riconosciuto dall’opinione pubblica per quello che è.
Quindi, compiuta questa analisi, questi professionisti si sono affidati un compito difficile ma necessario: quello di portare in piazza tutto il settore nella sua interezza, schierando uno accanto all’altro imprenditori di importanti realtà coi più semplici dei lavoratori, come possono essere i facchini, passando per professionisti, lavoratori autonomi, tecnici di varia natura, rappresentanti di imprese di tutta la filiera e tutte quelle professionalità di nicchia, ma fondamentali per questo comparto, come ad esempio le combattive sarte di scena.
È stato un lavoro durato un mese e mezzo, che ha impegnato giornate intere di telefonate, conference callsulle più disparate piattaforme, scambio di email e documenti, riunioni su come rendere una manifestazione un mezzo di comunicazione efficace e impattante, su come dimostrare che chi gestisce eventi è in grado di organizzare una manifestazione di piazza senza tralasciare nessun particolare per la sicurezza dei partecipanti e dei passanti occasionali. Un gruppo organizzativo che è passato da quei quattro professionisti riunitisi ad agosto a più di cento persone che hanno gestito la manifestazione del 10 ottobre in piazza del Duomo a Milano.
È stato un lavoro per certi versi difficile: superare lo scoramento di molti senza lavoro e senza ascolto da fine febbraio, cancellare la diffidenza dello schierare insieme su un unico fronte lavoratori e imprenditori, e il tempo che incalzava.
Ma quando quel sabato, quella piazza tutta unita ha fatto scorrere sulle proprie teste quello striscione rosso con scritto «Un unico settore, un unico futuro» è scoppiata la gioia per la consapevolezza che si era raggiunto un grande risultato. Si è dimostrato quanto, con uno scopo comune, l’unità poteva essere impattante.
Ancora oggi, a distanza di oltre un mese, non c’è un media che non usi almeno una foto della manifestazione di piazza Duomo, quando si parla della crisi del settore spettacolo ed eventi e delle difficili conseguenze economiche che sta affrontando a causa della pandemia da COVID-19.
Quello che comunque è più di tutto il migliore risultato, è il fatto che le istituzioni a tutti i livelli hanno chiesto di interloquire e capire, sia con Bauli in Piazza che con altre organizzazioni del settore.
Oggi Bauli in Piazza prosegue la sua attività continuando a cercare di fare rete tra tutti i soggetti del settore, per non disperdere il patrimonio del 10 ottobre, e allo stesso tempo cerca di unire chi in questi anni non ha avuto rappresentanza, in modo che tutte le istanze vengano evidenziate e si confrontino tra loro per fare sintesi negli interessi comuni.
È un lavoro difficile, di costante relazione e dialogo, ma che è fondamentale per la riconoscibilità di un’industria importante per il Paese e che crea ricchezza. Riconoscibilità da ricercare nell’opinione pubblica, ma soprattutto nelle istituzioni che troppo spesso hanno trattato come un fantasma l’intero settore.
UN UNICO SETTORE, UN UNICO FUTURO!
Bauli in Piazza
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