(di Gabriele Longo) – Giunto alla sua ottava prova discografica (la quarta come solista), Marcus Eaton mette oggi in campo una musica che sta contribuendo a ridefinire il genere rock acustico, nutrita da testi intelligenti, raffinati, da melodie complesse e orecchiabili al tempo stesso, da una tessitura armonica densa e colta, che si avvale di uno stile chitarristico che contiene elementi diversi fra loro – dalla lezione di Michael Hedges, Dave Matthews e Tim Reynolds al flamenco di Vicente Amigo, dal funky al blues. Probabilmente Eaton ha colpito David Crosby – che lo ha ospitato in alcuni brani (composti insieme) del suo recente CD intitolato Croz – proprio per questa anima cangiante, che include in sé la tradizione angloamericana ma anche degli accenni a culture esotiche e latine.
Al disco collaborano molti ospiti illustri tra i quali, oltre a Crosby coproduttore insieme allo stesso Eaton, il bassista Leland Sklar (figura leggendaria accanto, uno su tutti, a James Taylor), il tastierista Jeff Young (Jackson Browne, Sting e Bonnie Raitt), la violinista Ann Marie Calhoun (Dave Matthews Band, Stevie Nicks, SuperHeavy accanto a Mick Jagger, Joss Stone e Dave Stewart), che in “Flying Through the Fire”, un brano dalle sonorità pop, dipana il suo assolo immerso in un suono dell’elettrica ricco di delay.
Il disco suona in un modo egregio, la voce di Marcus si muove sinuosa, tesa, ispirata, le chitarre – ritmiche, brillanti o carezzevoli – sostengono arrangiamenti eleganti, cuciti su misura a canzoni di notevole caratura. Un passo in avanti sulla frontiera della canzone d’autore.
Gabriele Longo